«Anticipiamo i rimborsi e poi ci rivaliamo sulle Asl che non pagano»

L'unione fa la forza: e i farmacisti lo sanno bene. Grazie a Credifarma, la finanziaria della categoria, sono riusciti in molti casi ad avere ragione dei ritardi insostenibili dei pagamenti da parte della sanità pubblica.
Una sorta di «class action» che prosegue con successo da 25 anni, anche attraverso una serie di programmi che hanno lo scopo di aiutare il farmacista nella gestione economico-finanziaria della sua azienda. E soprattutto di fargli recuperare i propri quattrini, come ci spiega il presidente della società, Carlo Ghiani.
Presidente, che cos'è Credifarma?
«È la società partecipata da Federfarma (al 66%, il 17% appartiene a Bnl Paribas e un altro 17% a Unicredit) che da 25 anni finanzia le farmacie in difficoltà per ottenere i rimborsi dal Servizio sanitario nazionale: ogni anno anticipiamo circa 2,5 miliardi di euro. Poi recuperiamo i crediti».
Concretamente, come funziona il recupero nei confronti del Ssn?
«In pratica, la farmacia ci dà il mandato di incasso: noi alla scadenza legislativa del credito versiamo le somme che le spettano, sulla base della distinta contabile riepilogativa delle ricette inviata alla Asl. Poi, a nostra volta, recuperiamo le somme dovute dal Servizio sanitario, comprese di interessi».
Immagino che troverete qualche difficoltà, visto che i ritardi dei rimborsi sanitari ormai si misurano in anni.
«Devo dire che le Regioni che creano problemi sono sempre le stesse e il primato negativo spetta a Napoli dove, infatti, il presidente della Federfarma locale è arrivato, lo scorso luglio, a indire uno sciopero della fame per protesta contro i ritardi, ormai insostenibili, dei pagamenti alle farmacie da parte delle Asl. Comunque, noi iniziamo sempre a tentare il recupero degli interessi in via bonaria, attraverso transazioni: ma non esitiamo, se necessario, a ricorrere alle vie legali, e con successo. In 25 anni abbiamo recuperato quasi un miliardo di euro di interessi».
Ultimamente la situazione è cambiata?
«Certo, adesso siamo frenati dal divieto di pignoramento - prorogato da poco per tutto il 2013 - nei confronti delle Regioni in rosso, quelle sottoposte al piano di rientro dei disavanzi sanitari, che di fatto presentano i ritardi più gravi: prima, invece, era possibile bloccare le auto o rivalersi sugli immobili».
I ritardi sono ormai endemici: ma è tutta colpa della crisi?
«La crisi ha peggiorato sicuramente la situazione, anche perché le banche hanno chiuso i rubinetti per tutte le categorie, e le farmacie non fanno eccezione. Inoltre, la perdita di potere d'acquisto da parte dei cittadini si riflette sul calo delle vendite dei più redditizi prodotti da banco e parafarmaceutici.

Se a questo si aggiunge il fatto che i margini per i farmacisti si sono ridotti, perché è calato il valore dei rimborsi del Servizio sanitario nazionale, anche del 30%, si capisce che la situazione mette a rischio soprattutto le piccole farmacie, che hanno poco capitale alle spalle».

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