Milano - Fosse per l'ineffabile ministro Fornero altro che guidare. Sembra di sentirla la professoressa: chi è in grado di mettersi al volante, a dispetto di acciacchi e malanni vari, dovrebbero lavorare. Sai quante pensioni risparmiate?
Ci si consenta la battuta. Non sono invece uno scherzo le cifre presentate al Congresso della Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg), tenutosi a Milano. Dei 3 milioni di anziani con la patente, infatti, la metà, ovvero un milione e mezzo, rischia di avere un incidente stradale con una probabilità del 16% maggiore rispetto agli adulti di età inferiore.
Di fronte ai numeri anche lei, la somma Margherita Hack, recententempente impegnata in un'«astrofisica» querelle per riuscire a riottenere (senza successo, pare) la patente a 90 anni, potrebbe arrendersi. Lo studio, condotto dalle università Milano-Bicocca e Roma-Tor Vergata su pazienti in riabilitazione presso la Casa di Cura Ancelle di Cremona, ha valutato le loro funzioni cognitive e lo stato funzionale. È così emerso che il 50% degli over-70 ha deficit nelle funzioni esecutive e riflessi inadeguati, il 25% qualche deficit di attenzione che pregiudica una guida sicura, 1 su sei qualche carenza visiva, mentre 1 su dieci consuma troppo alcol. Dati che si riflettono sulla strada, visto che ogni anno circa mille anziani muoiono alla guida della loro auto. Al netto significa almeno tre vittime al giorno, di cui il 40% ha più di 75 anni. Tutto ciò senza che i vecchietti compiano tragitti da «camionisti».
«Solo il 62% degli anziani intervistati guida nel traffico- spiega Giuseppe Paolisso, presidente della società italiana di gerontologia e Geriatria-, e uno su cinque percorre in media meno di 40 chilometri a settimana. Nella maggioranza dei casi i guidatori settantenni prendono l'auto di rado e per fare tragitti brevi. Tuttavia andrebbero rivisti i criteri con cui si rinnovano le loro patenti».
Oggi, per la legge, basta che vista e udito funzionino nei limiti regolamentari. Asticelle non invalicabili. «Per guidare sicuri è importante essere certi che questi due parametri siano a posto - continua Paolisso - sarebbe necessario fare maggiore attenzione ai casi in cui si assumono farmaci che possono modificare in qualche modo percezioni e tempi di reazione. I dati più recenti indicano che forse tutto questo non basta, perché anche i piccoli deficit cognitivi possono aumentare il rischio di incidenti». Un aspetto quest'ultimo poco considerato nelle visite per il rinnovo patente, dove non esiste alcun obbligo di valutazione dello stato cognitivo da parte di uno specialista, geriatra o neurologo.
Un problema di non poco conto visto che in Italia gli over 70 con la patente sono circa 3 milioni, di cui l'80 per cento uomini.
Altro problema. Stando a una ricerca americana anche l'eccesso di tecnologia sulle macchine rappresenterebbe un intoppo.
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