Martedì il sito del Corriere della Sera spiegava la clamorosa «decisione choc» adottata in Francia: il canone televisivo verrà pagato anche dai semplici proprietari di video-telefonini e di particolari computer, questo per compensare in minima parte il mancato guadagno delle reti pubbliche che da lunedì scorso non trasmettono più spot pubblicitari tra le otto di sera e le sei del mattino. Tra tre anni, poi, gli spot spariranno del tutto.
Ora: chi glielo spiega al Corriere che in Italia la «decisione choc» è già operativa da anni? Molto più severa, in teoria: da noi dovrebbe pagare chiunque possegga qualcosa con uno schermo, quindi videocamera, I-pod, videofonino, macchina fotografica digitale, schermo di computer (anche senza computer) e persino videocitofono.
Dunque abbiamo tutto: canone, legge estensiva sul canone, spot. E non abbiamo niente, inteso come ciò per cui dovremmo pagare: un servizio pubblico definibile.
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