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Arriva il fine settimana. E alla Sapienza si smontano le tende

Con il weekend a Roma si ferma la mobilitazione contro il caro affitti, tende smontate e appuntamento a martedì. Se il caro affitti non fosse un tema serio, verrebbe da dire con una battuta che l’aperitivo a San Lorenzo batte la protesta uno a zero. La soluzione sono nuovi studentati e borse di studio, non gli espropri

Arriva il fine settimana. E alla Sapienza si smontano le tende

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Arriva il fine settimana: a la Sapienza si smontano le tende

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Più puntuali della campanella di fine lezione, con l’arrivo del fine settimana gli studenti accampati fuori da La Sapienza smontano le tende e si danno appuntamento a martedì per riprendere la mobilitazione. Con una battuta verrebbe da dire che l’aperitivo a San Lorenzo batte la protesta uno a zero ma poi si verrebbe tacciati di classismo e di non avere a cuore il tema del caro affitti. Perciò, lasciando da parte le facili ironie, urge sottolineare ancora una volta che il caro affitti è un tema serio da affrontare ma non in questo modo e soprattutto non avallando una visione che vuole mettere in discussione la proprietà privata paventando espropri. È necessario aumentare gli studenti e incrementare le borse di studio per i fuori sede e per chi non può permettersi il costo di un alloggio ma, al tempo stesso, occorre dire in modo chiaro che la collettività non può farsi carico delle pretese di chi non può prendere alla mattina il treno Seregno-Milano o spostarsi da Santa Marinella a Roma perché mezz’ora di viaggio è “fisicamente estenuante”.

Così, un tema importante che riguarda migliaia di studenti, è stato ideologizzato dalle solite minoranze che dimostrano per l’ennesima volta il carattere strumentale e politicizzato delle loro proteste. Con l’arrivo del weekend sono state smontate le tende fuori da la Sapienza, la protesta si sposta sotto gli uffici della regione Lazio ma rigorosamente martedì. Con il fine settimana la protesta può attendere, è giusto garantire anche il “diritto al divertimento”. Eppure, una protesta non dovrebbe seguire i turni lavorativi (lunedì-venerdì, 9-18) ma, se davvero sentita, continuare almeno fino a quando non si ottengono risultati soddisfacenti. Ciò vale a meno che la risposta del governo che ha sbloccato oltre 600 milioni di fondi per gli alloggi, non sia ritenuta sufficiente.

Senza dubbio anche il clima non ha aiutato, la giornata di pioggia di sabato deve avere indotto gli studenti a prediligere una soluzione più comoda delle tende, è proprio il caso di dirlo: non ci sono più i rivoluzionari di una volta.

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