«La richiesta dei Comuni mi pare ragionevole», s'è schermito il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. La richiesta di gestire «in modo flessibile» le aliquote della Tasi (il tributo sui servizi indivisibili che da quest'anno sostituisce l'Imu sulla prima casa) e dell'Imu sulla seconda casa «sarebbe finalizzato ad aumentare le detrazioni».
Ecco, se il condizionale è d'obbligo anche per l'esponente piddino, vuol dire che c'è solo una certezza: i Comuni aumenteranno l'imposta sugli immobili. In particolare, gli enti locali chiedono di portare da 2,5 al 3,5 per mille l'aliquota Tasi e dal 10,6 all'11,6 per mille quella dell'Imu sulle seconde case. Il maggior gettito è stato stimato in 1,5 miliardi di euro con i quali - (solo) in teoria - si potrebbero restituire ai contribuenti i soldi della mini-Imu sulla prima casa (dovuta nei Comuni che hanno alzato l'aliquota sopra lo 0,4 per mille) che dovrà essere versata entro il 24 gennaio.
Le tappe del percorso, però, sono tutt'altro che sicure. Si parte mercoledì 8 gennaio in Senato. La normativa è contenuta nel decreto Imu-Bankitalia, attualmente in discussione a Palazzo Madama. Il governo dovrebbe presentare un emendamento che recepisce le richieste di maggiori risorse da parte dei sindaci, veri artefici della manovra per mezzo del ministro Delrio. Entro il 16 gennaio, poi, si dovrebbe pagare la prima rata della nuova «stangata» che ha preso il nome di Iuc (l'imposta unica comunale che riunisce Tasi e la Tari sui rifiuti), salvo proroghe visto che molte giunte non hanno ancora approvato l'aliquota che dovrà essere applicata.
In questo maremagnum solo una cosa è certa e l'ha spiegata bene il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani. «A furia di piccoli aumenti alla Baretta, il gettito Imu-Tasi 2014 supererà i 28 miliardi, contro i 20 miliardi di gettito Imu del 2013 e i 9,2 miliardi dell'Ici 2011», ha dichiarato lanciando l'allarme. Un aumento della fiscalità immobiliare, aggiunge Sforza Fogliani, «deprimerebbe ulteriormente il settore», mentre il potenziamento delle detrazioni «significa aiutare il clientelismo, di cui le detrazioni a favore degli amici sono il primo e principale strumento».
All'appello dell'associazione che riunisce i proprietari immobiliari ha risposto «presente» Forza Italia. «Sulla tassazione della casa e degli immobili è urgente una mobilitazione enorme», ha annunciato il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone sottolineando che «la casa e i cittadini non sono un bancomat a disposizione illimitata del governo Letta-Alfano». Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, non ha usato mezzi termini: «Ha ragione Sforza Fogliani, l'eccesso di tasse deprimerà il mercato, abbatterà i valori, farà diminuire le vendite e lo Stato perderà da un lato ciò che rapinerà dall'altro. Sulla casa dobbiamo aprire una grande vertenza nel Paese e in Parlamento». Contro la «macelleria fiscale», ha preannunciato il vicecapogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, «Forza Italia è pronta a ostacolare qualsiasi provvedimento il governo avesse ancora in animo di varare contro i proprietari di casa».
Una battaglia nella quale gli azzurri sono affiancati dalla Lega Nord. Il senatore del Carroccio, Paolo Arrigoni, si è scagliato contro l'Anci. «Sindaci ribellatevi, non continuate a fare gli esattori per conto dello Stato. E l'Anci è una nuova delusione: dalla parte dello Stato sanguisuga e non a tutela degli enti locali», ha scritto su Facebook.
Preoccupazioni legittime.
Come ha ricordato ieri la Cgia di Mestre, la Tasi rischia di appesantire il prelievo fiscale sulle imprese perché grava anche su negozi e capannoni. Aziende che hanno già «pagato» un conto salato alla crisi. Eppure Baretta tutte queste cose dovrebbe già saperle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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