Assalto giudiziario, Napolitano al Csm: "Garantire a Berlusconi la partecipazione politica"

Alfano sale al Colle per chiedere di fermare l'attacco giudiziario. Napolitano convoca il Csm e lancia un avvertimento alle toghe: "Chi giudica osservi il giusto processo"

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

"Occorre evitare tensioni destabilizzanti per il nostro sistema democratico". Al termine di una giornata concitata sono le parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano, pronunciate davanti al comitato di presidenza del Csm, a provare a spegnere l'escalation di accuse tra il Pdl e la magistratura che, nelle ultime settimane, ha alzato i toni dello scontro muovendo contro Silvio Berlusconi un violentissimo attacco giudiziario. Dopo aver ricevuto la delegazione del Pdl al Quirinale, il presidente della Repubblica ha chiamato a raccolta il Csm per sollecitare che al Cavaliere venga garantito la partecipazione politica.

"È in corso un tentativo di eliminazione per via giudiziaria del leader del centrodestra che milioni di elettori hanno nuovamente scelto con un consenso che ha prodotto un sostanziale pareggio alle ultime elezioni". Insieme ai presidenti uscenti dei gruppi parlamentari del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, Alfano ha condiviso col presidente della Repubblica le preoccupazioni per "i rischi che sta correndo la democrazia italiana". Dopo aver ricordato che il capo dello Stato che non può interferire con la magistratura, Napolitano ha espresso "vivo rammarico" per il riaccendersi di tensioni e contrapposizioni tra politica e giustizia: "Rammarico, in particolare, per quanto è accaduto ieri ed è sfociato in una manifestazione politica senza precedenti all’interno del Palazzo di Giustizia". Da qui l'appello a un comune senso di responsabilità perché "non appaia messa in questione né la libertà di espressione di ogni dissenso né l’autonomia e l’indipendenza della magistratura". Appello che Napolitano si è affrettato a rivolgere a tutta la magistratura convocando, immediatamente il comitato di presidenza del Csm che ha ricevuto in serata. "Con fermezza ho sollecitato il rispetto di rigorose norme di comportamento da parte di quanti sono chiamati a indagare e giudicare, guardandosi dall’attribuirsi missioni improprie e osservando scrupolosamente i principi del giusto processo", ha spiegato il capo dello Stato condividendo la preoccupazione di veder garantito che il Cavaliere possa partecipare alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento. Tuttavia, a detta di Napolitano, il centrodestra non deve prendere in considerazione "l’aberrante ipotesi di manovre tendenti a mettere fuori gioco" il leader del Pdl.

Provato dall’acuirsi dei problemi alla vista e da quello che non ha remore a definire un vero e proprio "assedio" della magistratura, il tentativo di "un golpe" messo in atto dai pm, Berlusconi ha osservato da lontano la delegazione del Pdl in missione al Quirinale continuando a confidare nella saggezza del capo dello Stato. L'accerchiamento giudiziario è sotto gli occhi di tutti: la procura di Milano ha alzato a tal punto lo scontro da mettere in discussione la diagnosi di medici di fama internazionale, i pm di Napoli hanno costruito un teorema per inguaiare ulteriormente il Cavaliere, l’Anm e il Csm sono più vole intervenuti nella polemica politica esercitando un’influenza sui magistrati che giudicano i processi. Quello che si delinea è un allarme che non colpisce solo Berlusconi, ma che rischia di interrompere la vita politica del Paese. Almeno per il momento, il Cavaliere invita i suoi alla prudenza. Non si tratta di una vera e propria frenata sulla minaccia dell’Aventino, lanciata ieri da Alfano, ma l’invito a attendere le prossime mosse di Napolitano. E la stoccata ai giudici pronunciata questa sera davanti al Csm sembra andare proprio in questa direzione.

Berlusconi è consapevole del fatto che la vera partita, quella con "ricadute" dirette sul suo futuro ruolo nella scena politica, si gioca al Quirinale. Non solo nella fase delle consultazioni e della formazione di un nuovo governo, ma soprattutto in vista dell’elezione del nuovo capo dello Stato. La speranza del centrodestra è poter trovare la "sponda" nel futuro presidente dell Repubblica. Una sorta di "garanzia" che metta al riparo l’ex premier da nuovi e vecchi attacchi giudiziari. Ma nel Pdl c’è anche chi torna ad avanzare l’ipotesi (anche se remota) di una nomina a senatore a vita per il Cavaliere. Da qui l’invito a non spingersi troppo in là, nonostante sia forte in queste ore il pressing dei "falchi" che vorrebbero salire subito sull’Aventino e presidiare le piazze contro l’attentato alla democrazia. "Il rischio è che ci isoliamo da soli - avrebbe spiegato Berlusconi - attendiamo prima le mosse di Napolitano, non offriamo pretesti al Pd per gridare allo scandalo e avere la scusa di non coinvolgerci nelle trattative".

La minaccia di non partecipare alle prime sedute del Parlamento resta valida, ma si concretizzerebbe solo qualora non dovessero arrivare le risposte che il Cavaliere e il Pdl si attendono. O anche in presenza di un accordo tra Pier Luigi Bersani e Movimento 5 Stelle in chiave anti-berlusconiana.

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