Asse Cavaliere-Napolitano: "Basta con questo fango"

L'ex premier a pranzo sul Colle conferma l'appoggio al governo e si riprende la scena a dispetto di Fini e Casini. Napolitano: Italia al voto soltanto nel 2013

Asse Cavaliere-Napolitano:  "Basta con questo fango"

Mettere nero su bianco che il Pdl tutto vuole fuorché il voto anticipato, sollevare nuovamente la questione giustizia e mandare un segnale inequivocabile a Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini che ormai da settimane teorizzano il «lodo Antigua» come precondizione per qualsiasi riavvicinamento al centro dell’ala moderata.

Sono queste le tre principali ragioni per cui Silvio Berlusconi ha chiesto a Giorgio Napolitano di essere ricevuto per un incontro formale. Un pranzo al Quirinale di oltre un’ora, presente l’immancabile Gianni Letta, nel quale i due fanno un giro d’orizzonte a 360 gradi della situazione politica ed economica. Con il Cavaliere che, di fatto, risponde alle pressanti richieste dei leader di Udc e Fli che continuano (ieri per bocca di Italo Bocchino) a chiedergli di farsi definitivamente da parte per poter dare il loro «via libera» al nuovo partito dei moderati. Il «lodo Antigua», appunto. Che evidentemente non convince affatto un Berlusconi che - confidava ieri a un dirigente del Pdl aggiornandolo sul faccia a faccia con Napolitano - è sì pronto a cambiare «ruolo» ritagliandosi un profilo meno battagliero e decisamente più istituzionale ma non ha alcuna intenzione di togliersi di torno. E infatti è proprio lui che sale sul Colle e si fa garante con il capo dello Stato del fatto che il Pdl continuerà a comportarsi in «modo responsabile». Anche se, fa presente un Cavaliere letteralmente furibondo per le intercettazioni audio che da giorni rimbalzano in rete dal sito di repubblica.it, la responsabilità dev’essere di tutti. Procure comprese. Insomma, che si sia tornati al clima di cinque mesi fa a Berlusconi proprio non va giù, tanto che non esita a parlare di «nuova escalation mediatico-giudiziaria che ha l’obiettivo di sputtanarmi ancora» e chiede al Colle di farsi in qualche modo garante.

La preoccupazione, infatti, è che il nuovo «clima da campagna elettorale» possa essere legato ai sommovimenti di un Pd che è tentato dal voto a ottobre. Ed è questo il dubbio che l’ex premier espone a un Napolitano che sul tema è molto sensibile, visto che il Quirinale tutto vorrebbe fuorché le elezioni anticipate. La pensa allo stesso modo il leader del Pdl, consapevole che un ritorno alle urne rischierebbe di essere una débâcle e di mettere nelle mani di Pd, Idv e Sel la golden share per eleggere nel 2013 il successore di Napolitano. Invece Berlusconi ha bisogno esattamente del contrario: più tempo possibile per cercare di costruire una nuova e più ampia casa per i moderati, ma continuando a essere in qualche modo lui uno degli amministratori del condominio. I due, insomma, magari per ragioni diverse, sono sulla stessa linea. Tanto che Angelino Alfano definisce il capo dello Stato «un presidio di saggezza e terzietà, una grande guida anche nei momenti difficili del Paese».

Detto questo, fa presente il Cavaliere a Napolitano, «saremo sì responsabili» ma «non possiamo essere succubi». Anche perché, questo almeno dice uno degli ultimi sondaggi di Alessandra Ghisleri, oltre due elettori del Pdl su tre non gradiscono le politiche del governo Monti. E già alle prossime amministrative di maggio il conto da pagare sarà salato. Insomma, è necessario un forte giro di vite sulla spesa pubblica e le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione devono essere subito destinate all’alleggerimento della pressione fiscale. «Ora bisogna puntare sulla crescita», ripete un Cavaliere che si dice disponibile anche sul fronte delle riforme.

Quelle costituzionali e quella della legge elettorale su cui Gaetano Quagliariello pare inizi a manifestare un moderato ottimismo. L’accordo su un mix tra modello tedesco e spagnolo che favorisca moderatamente i grandi partiti sarebbe infatti vicino.

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