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Atreju, lotta contro il nichilismo e la sterile rassegnazione

Atreju per Fdi assume il carattere di archetipo valoriale. Non un eroe anti-moderno e neppure un’allegoria metapolitica: Atreju è in fin dei conti un ammonimento. Il nulla non può vincere, nonostante il nemico abbia avvolto tutto e tutti con la paura

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Atreju, la lotta contro il nichilismo e la sterile rassegnazione

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La rassegnazione ha un nome: nichilismo. E Atreju è il suo più acerrimo nemico. Il nome della manifestazione di Fratelli d’Italia si spiega così: l’eroe de “La storia infinita” di Michael Ende guida le truppe che combattono il nulla. I meloniani si sentono “piccole mani” che agiscono “per necessità”, mentre “gli occhi dei grandi” sono rivolti da tutt’altra parte. L’espressione è tolkeiniana ma calza anche per Atreju e la sua epopea dentro Fantasia.

Può sembrare mera retorica ma così non è. Nichilismo vuol dire negare qualunque etica, qualunque dimensione verticale, qualunque tensione all’infinito. È nichilista pensare che l’uomo sia tutto qui: un essere destinato a lasciare sole tracce biologiche. È nichilista oggettificare il prossimo, la famiglia, persino se stessi. È nichilista arrendersi, anteponendo la materia allo spirito. È nichilista lo scientismo senza Dio. È altrettanto nichilista la religione senza ragione o il percepirsi senza storia. È nichilista, ancora, l’economicismo senza dono, la speculazione che non guarda all’umano. È nichilista il positivismo degli individualisti sfrenati. È nichilista, insomma, volgere lo sguardo al cielo e non osservare le stelle.

Atreju, per Fdi, assume così il carattere di archetipo valoriale. Non un eroe anti-moderno e neppure un’allegoria metapolitica: Atreju è in fin dei conti un ammonimento. Ché il nulla non può vincere, nonostante il nemico abbia avvolto tutto e tutti con la paura. E Atreju non è solo Atreju. È Frodo Baggins dalla Contea al Monte Fato. È Edmond Dantés che si riscatta. È Joseph Ratzinger che contrasta il relativismo a colpi di teologia. È Almerigo Grilz, che pur di raccontare la verità trova la morte dai comunisti in Mozambico. È Giorgio Perlasca che salva cinquemila vite di ebrei. È Emanuela Loi, uccisa dalla mafia, che fa il suo dovere a fianco del giudice Borsellino sino all’ultimo secondo.

Atreju è Charlie Gard, Indy Gregory, Alfie Evans: è difesa della vita dal concepimento alla morte. È anche la sovranità cercata da Enrico Mattei. Dice Gmork nella Storia Infinita che “è più facile dominare chi non crede in niente”.

Atreju - dicono da Fdi - è lì a ricordare che Gmork ha ragione, e proprio per questo va contrastato senza soluzione di continuità.

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