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"Per avere un briciolo di visibilità...". Calenda agita ancora le acque nel Terzo polo

Mentre il gruppo in Senato di Az-Iv era impegnato a eleggere il capogruppo, Carlo Calenda in tv sferrava l'ennesimo attacco contro Renzi

"Per avere un briciolo di visibilità...". Calenda agita ancora le acque nel Terzo polo

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Non si ferma la guerriglia intestina in quello che fu il Terzo polo, mandato gambe all'aria da Carlo Calenda prima ancora di raggiungere il traguardo delle elezioni europee 2024. Ed è proprio il leader di Azione che questa mattina ha tirato un altro tiro mancino al gruppo parlamentare Az-Iv in parlamento. Proprio mentre i senatori erano riuniti per eleggere Enrico Borghi come nuovo capogruppo a palazzo Madama, Calenda dagli studi SkyTg24 affondava ulteriormente il colpo contro Matteo Renzi.

Il leader di Azione puntato il dito contro quello di Italia viva, dicendo che se "vuole far cadere i gruppi per rincorrere Forza Italia lo deve spiegare". Quindi, ha aggiunto: "I Gruppi sono formati sulla base del voto popolare di una formazione politica che aveva il mio nome sulla scheda e prometteva un'area democratica. Ma se c'è in mezzo il nome di persone che hanno guidato i programmi politici, io i gruppi non li faccio cadere". Una stoccata contro Renzi, che Calenda porta fino in fondo: "Voteremo a favore di Enrico Borghi come capogruppo dei senatori di Azione-Italia viva perché collaboriamo molto bene, ma è una scelta che farà Renzi".

Le parole di Carlo Calenda non sono ovviamente piaciute alla parte di Italia viva di quel che resta del Terzo polo, che comunque continua a vivere nei gruppi parlamentari così come sono stati eletti a settembre. Mentre in parlamento i senatori e i deputati lavorano in apparente armonia, al di là di qualche screzio di troppo che viene reso noto, Calenda continua a cercare lo scontro dialettico con Renzi. Ad alzare maggiormente la voce contro il leader di Azione è Ivan Scalfarotto, secondo il quale "Calenda ha dimostrato la sua sensibilità istituzionale, il suo rispetto per i colleghi e ha dato l'ennesima prova di acume e visione politica, caratteristiche che tutti i colleghi in Parlamento fanno a gara a riconoscergli".

Non passa inosservato il sarcasmo del senatore contro il segretario di Azione, che sarebbe l'unico responsabile della spaccatura: "Il progetto del partito unico è fallito perché Calenda ha avuto paura di perdere il congresso unitario, tutto il resto sono chiacchiere da bar".

Quindi, Scalfarotto conclude con l'ennesima frecciata al "Churchill dei Parioli": "Rimane il fatto che per avere un briciolo di visibilità Calenda deve parlare di Renzi, altrimenti non finisce nemmeno sulle agenzie".

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