
Elly Schlein sotto attacco… amico. Dopo le critiche di Romano Prodi, la segretaria del Partito Democratico deve fare i conti con la stroncatura di Rosy Bindi. Intervistata dalla Stampa, l’ex ministra si è soffermata sulla distanza tra i dem e il mondo cattolico e il giudizio sulla leader è severo: “Diciamo che le va chiesto cosa sta facendo per tenere i rapporti con quel pezzo importante del Paese. E magari le va chiesto anche di praticare più collegialità nelle decisioni".
Il riferimento è agli accordi fatti sulle regionali, in particolare all’incredibile intesa in Campania e la concessione all’ex nemico De Luca: “Qualche dubbio sul compromesso campano ce l'ho. Mi sarei aspettata più schiena dritta dal Pd, che ha fatto l'accordo con De Luca, ma anche dai Cinque stelle, che accettano di candidare Fico a queste condizioni”. La Bindi ha aggiunto sul punto: “So che nella politica esiste una componente di realismo che non si può eliminare, ma delle due l'una: o dici no alle condizioni poste da De Luca, oppure, se accetti il compromesso, non vesti i panni del movimentista innovatore, accontentati dell'abito da tutti i giorni So che nella politica esiste una componente di realismo che non si può eliminare, ma delle due l'una: o dici no alle condizioni poste da De Luca, oppure, se accetti il compromesso, non vesti i panni del movimentista innovatore, accontentati dell'abito da tutti i giorni”.
La delusione è legata soprattutto alle promesse disattese.
La Bindi non ha utilizzato troppi giri di parole sul cambiamento tanto decantato ma mai realizzato: “Se vinci le primarie promettendo di liberare il partito dai cacicchi, magari non lo consegni ai loro figli!”. Nonostante ciò, filtra fiducia in vista delle regionali in programma in autunno: “Sono abbastanza ottimista. Ma se si vincerà, bisognerà appunto ricordarsi a che prezzo”.