«Questo sopruso, sono convinto, può essere trasformato in una opportunità per tutti noi», ha scritto Alessandro Sallusti nell'editoriale con cui ha commentato il verdetto della Cassazione. E aveva ragione. Perché ieri la sua vicenda è già servita a evitare un altro processo per un reato d'opinione nei confronti di un giornalista. È successo a Messina, dove l'avvocato Bonaventura Candido è andato in udienza con l'intento di ritirare una querela contro un cronista come gesto di solidarietà verso la categoria, dopo lo choc del caso Sallusti. Il legale ha quindi formalizzato la rinuncia all'azione penale davanti al giudice monocratico Sebastiano Sofia. Ecco tutto nero su bianco: «In relazione alla mia richiesta di giustizia per la pubblicazione di un articolo che ho ritenuto lesivo della mia reputazione ho rimesso la querela senza nulla pretendere in cambio e ciò sia come gesto di solidarietà nei confronti del giornalista Sallusti sia per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità di porre mano una riforma per fare in modo che tutti i imputati e tutte le parti civili vengano trattate allo stesso modo. Non esprimo giudizi sul merito della questione ma sull'entità della pena», insiste l'avvocato Candido.
Che aggiunge senza paura di inimicarsi colleghi o togati in tribunale: «In Italia assistiamo troppo spesso a condanne esemplari (o esorbitanti) quando le parti offese sono magistrati o notabili e ridicole invece quando si tratta di persone comuni...». Un concetto che Ordine dei giornalisti e sindacato Fnsi condividono a pieno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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