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Balneari, pressing della maggioranza su Palazzo Chigi

Il governo è al lavoro per risolvere una volta per tutte il dossier balneari.

Balneari, pressing della maggioranza su Palazzo Chigi

Il governo è al lavoro per risolvere una volta per tutte il dossier balneari. Alcuni esponenti della maggioranza, infatti, stanno elaborando un documento per sollecitare la convocazione del tavolo a Palazzo Chigi previsto dalle norme approvate nel decreto Milleproroghe sui balneari. In calce al documento dovrebbero esserci una serie di firme di esponenti di peso del centrodestra che si sono occupati della questione. Il tavolo a Palazzo Chigi dovrebbe occuparsi, tra l'altro, della mappatura delle concessioni per valutare la scarsità o meno della risorsa spiagge, e dunque l'effettiva applicabilità della direttiva Bolkestein. L'annosa questione dei balneari è tornata di attualità dopo una nuova sentenza del Consiglio di Stato che una decina di giorni fa ha stoppato la proroga senza gara delle concessioni prevista dal Milleproroghe. Inoltre, nell'emanare quel decreto, il capo dello Stato ha invitato il governo a mettere mano alla materia. Ed è attesa per il 20 aprile la sentenza della Corte di Giustizia Ue interpellata dal Tar di Lecce su una serie di quesiti riguardanti l'applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali marittime. Il governo Meloni, con il Milleproroghe, aveva spostato a fine 2024 il termine per le gare. Una mossa non gradita in Europa, che da tempo preme per l'effettiva applicazione in Italia della direttiva Ue sulla concorrenza nei servizi all'interno del mercato unico. La mancanza di modifiche o comunque di un compromesso rischiano di far andare il Paese verso una procedura d'infrazione a Bruxelles. In questo senso, una possibile soluzione potrebbe essere la messa a gara delle sole concessioni balneari successive all'entrata in vigore della direttiva Bolkestein, approvata nel 2006 durante la Commissione Prodi. «Sui balneari, un argomento scottante, bisogna trovare una soluzione», ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Ci sono delle sentenze italiane ed europee e delle norme da rispettare, ma nello stesso tempo dobbiamo tutelare le imprese, chi lavora e chi produce».

Secondo Tajani, infatti, «L'Italia ha una peculiarità: 7000 chilometri di coste», dunque «il Parlamento è al lavoro per trovare una soluzione positiva».

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