Banche, la Lega rilancia: "Risorse per 5 miliardi"

Giorgetti estraneo alla proposta. Il governo valuterà. Ma Tajani frena subito: "Non approveremo mai tasse"

Banche, la Lega rilancia: "Risorse per 5 miliardi"
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La prossima manovra finanziaria, per la Lega, passa anche dagli extraprofitti delle banche: non è un mistero. Il gruppo economico del Carroccio, conti alla mano, è convinto che dal comparto bancario possa arrivare un contributo da circa 5 miliardi di euro. Si tratterebbe di un intervento mirato, capace di attingere a risorse generate in una fase di alti margini per gli istituti di credito, e che secondo i leghisti non dovrebbe compromettere la solidità del settore. Le banche, per il Carroccio, potranno così «sostenere famiglie, artigiani, commercianti e imprese». E anche per la «pace fiscale».
L’iniziativa è squisitamente politica: a consultare lo studio per formalizzare la proposta è stato direttamente Matteo Salvini, segretario del partito. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che pure in passato aveva evocato l’idea di un «piccolo pizzicotto» per banche non è invece della partita. Il governo, una volta recepita l’iniziativa, deciderà se e come darle attuazione.
Un punto fermo resta comunque il coinvolgimento delle imprese. Solo una settimana fa Giorgetti è tornato sull’argomento: «Una volta ho parlato di un pizzicotto e qualcuno l’ha presa male, ma a casa mia i pizzicotti erano anche qualcosa di affettuoso, non esattamente uno sberlone». Nessuna guerra al sistema, dunque.
Per la Lega sarebbe piuttosto un’operazione di equilibrio per rimettere al centro il tema della redistribuzione degli utili. Ma Forza Italia non ne vuole sentire parlare. Antonio Tajani, da Telese Terme, dove si sta svolgendo la festa di Forza Italia, replica subito al rilancio leghista: «Finchè Forza Italia sarà al governo - dice non ci saranno mai tasse sugli extraprofitti». Il segretario azzurro rammenta come la premier abbia dato la possibilità a discutere. Ma reputa la proposta leghista una «minaccia di tasse», che è «inaccettabile». Fi, quindi, non approverà le tasse sugli extraprofitti «né al governo, né in Parlamento». «Io - ha chiosato il vicepremier e ministro degli Esteri - sono assolutamente contrario alle tasse sugli extra profitti, è roba da Unione Sovietica». E ancora: «Le banche possono dare un contributo ma non esiste il concetto di extra profitti, non esiste alcuna base giuridica. Le banche possono e devono fare il loro dovere ma l’extra profitto è una cosa che non esiste, devono spiegarmi cos’è». Buona parte di questa partita ruota attorno alla mediazione tra le forze politiche. Fdi, come la premier, si è già detta disposta a discuterne con serenità. Sul tavolo c’è anche la rottamazione delle cartelle: un altro punto cardine della proposta leghista. Ma per le banche, come riportato anche da Bloomberg di recente, è possibile che venga posticipata ulteriormente la deduzione delle cosiddette Dta, ossia delle imposte differite attive.

Una misura che consentirebbe al governo di raccogliere circa 1,5 miliardi di euro. Ipotesi che il centrodestra dovrà valutare nel corso delle prossime settimane, in un clima già ottimo ma che potrebbe persino migliorare grazie ai risultati delle elezioni Regionali.

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