
Questa volta Elly Schlein non ha chiamato la piazza sotto le finestre del Comune di Milano per chiedere di cacciare Beppe Sala, come fece lo scorso anno a Genova quando nel tritacarne giudiziario ci finì il governatore Giovanni Toti; questa volta il Pd non ha occupato Palazzo Marino come fece al Pirellone quando l'avviso di garanzia raggiunse il governatore della Lombardia Attilio Fontana; questa volta la sinistra non ha presentato interpellanze e mozioni di sfiducia come ha fatto con Daniela Santanchè dopo aver appreso che la ministra era indagata; questa volta non è partito il linciaggio mediatico della sinistra a reti e testate unificate nei confronti di Sala come avvenne con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano coinvolto in un caso di cronaca rosa. No, questa volta che tocca a loro i toni sono sobri, i silenzi lunghi e diffusi, il momento è catartico. Tutte balle. L'immoralità della sinistra non sta in quello che eventualmente, vedremo se e quanto, ha combinato la sua giunta milanese. La vera immoralità è nel suo doppiopesismo da una parte e dall'altra nello scaricare alla velocità della luce perché questo è quello che sta succedendo chiunque dei suoi finisca ferito in combattimento. Dovendo scegliere tra la magistratura e la ragione, da quelle parti non hanno dubbi: da buoni giacobini si sta con la prima a prescindere, un po' per paura e un po' per calcolo: i giudici restano, i morti anche se innocenti non tornano indietro. Chi non ha principi morali diceva Umberto Eco si avvolge nella bandiera della moralità, che se cambia il vento, come sta succedendo a Milano, quella ti può anche avvolgere fino a soffocarti. E allora ecco il fuggi fuggi, sia pure in punta di piedi, dalla questione che scotta e imbarazza: non perché sia vera e certamente fondata, ma semplicemente perché non risponde ai canoni estetici di una narrazione fondata sull'ipocrisia.
Tra i tanti commenti di queste ore alla vicenda milanese, il più semplice ed efficace è quello del governatore leghista Attilio Fontana in risposta al sindaco che si lamentava di aver saputo di essere indagato leggendo i giornali: «Caro Sala, benvenuto». Già, benvenuto nel brutto mondo costruito dal suo partito.