"Prima di votare, guardate in faccia le persone che vi chiedono il voto: guardate a cosa hanno fatto nella vita. Se hanno fatto solo parole forse sarà meglio votare per chi nella vita è riuscito a mettere insieme
56mila persone e ha fatto tutto, raggiungendo tutti i traguardi che si era proposto".
Monti scende in campo, nella conferenza stampa di fine anno. Attacca il Pdl a tutto campo. E il Cavaliere gli risponde immediatamente.
Silvio Berlusconi ha replicato a molte delle critiche rivoltegli dal premier dimissionario nel corso di una serie di interviste rilasciate durante la giornata. Ha voluto ribadire che se il governo tecnico è durato fino ad oggi è stato soltanto perché il Pdl - con tutti i media contro - ha scelto di non togliergli prima l'appoggio. E se per Monti potrebbe esserci un futuro da riserva, nel caso infausto in cui la sinistra arrivasse a governare, il Cav non ha dubbi: un nuovo governo del Prof. sarebbe un vero incubo per l'Italia.
Di un Monti-bis non c'è da fidarsi. Come non ci si deve fidare dell'imbroglio spread - come ha ribadito all'Arena di Rai1. Se al Pdl gli italiani daranno di nuovo il compito di governare "bisognerà tirarsi su le maniche". Alcune misure sono già molto chiare. Prima di tutto rinegoziare il patto fiscale con l'Europa, che porterà a "togliere 50 miliardi all'anno" e a una sofferenza generalizzata sul Pil. Poi l'eliminazione immediata, nel primo Consiglio dei ministri, dell'Imu. E in generale uno svincolamento dal continuo "accucciarsi ai diktat europei" di questo governo.
L'architettura del Paese non rende facile operare. Su questo punto Berlusconi era stato chiaro già nelle interviste rilasciate in mattinata. E inoltre "tutta la letteratura di sinistra e non solo quella purtroppo quando parla dei nostri 10 anni di governo non ci riconosce alcun merito". Mentre ci sarebbero da ricordare "i rifiuti a Napoli e il terremoto in Abruzzo", poi "i lavori sul ponte dello stretto" e "l’Alta velocità ferroviaria". Anche All'Arena, su Rai1, ha ribadito il concetto, sottolineato le "60 riforme" del suo governo, in opposizione alla "spirale recessiva" causata da Monti.
"Mettendo insieme tutti i 57 governi precedenti non si arriva a fare tutte questi cambiamenti che noi abbiamo fatto per migliorare la vita degli italiani".Il Cavaliere ha ribadito ancora anche uno dei punti salienti del suo ritorno in campo: "Non metteremo in lista persone con condanne definitive".
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