Berlusconi: "Accanimento senza precedenti, ma resto in campo"

Il Cav commenta la condanna: "Parte della magistratura è irresponsabile. Ma resto in campo con Forza Italia e chiederò agli italiani la maggioranza"

Berlusconi: "Accanimento senza precedenti, ma resto in campo"

Stanco, a tratti commosso ma mai domo. Il Cavaliere non molla. Silvio Berlusconi, a poche ore dalla sentenza che ha confermato la condanna per i diritti Mediaset, è tornato in scena con un videomessaggio. Un pezzo della storia d'Italia, un brano che non ci saremmo mai aspetatti di leggere, che irrompe direttamente sugli schermi della televisione. Il tono è grave e l'emozione si vede."La sentenza mi rende sempre più convinto che una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile una variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato che condizionato permanentemente la vita politica. Questo nuovo ed illimitato potere dello Stato ha condizionato permanentemente la vita politica italiana, dalle inchieste di Tangentopoli fino ad oggi", attacca Berlusconi. Rabbia e sgomento, ma anche la voglia di andare avanti. Di non mollare, nemmeno davanti alla privazione della propria libertà. Viene in mente un altro momento drammatico della vita politica del Cavaliere. Una frazione di secondo, un brevissimo fotogramma di un giorno di follia in piazza del Duomo a Milano. Una statuetta raggiunge e travolge Berlusconi. Lui si accascia in auto poi esce dalla macchina per vedere chi lo ha colpito. Ferito, ma non abbattuto. Come oggi.

"Dal '92 al '93 il corso della vita politica - ricorda Berlusconi- è stato letteralmente condizionato dall'azione fuorviante di una parte della magistratura che ha preteso di assurgere ad un ruolo di rinnovamento morale in nome di una presunta rivoluzione etica, mettendo fuori gioco, con i loro leaders, i 5 partiti democratici che avevano governato l'Italia per oltre mezzo secolo e che, nonostante alcune ombre, avevano comunque assicurato il benessere e difeso la libertà e la democrazia dalla minaccia del comunismo. Si credeva così di aver assicurato alla sinistra la presa e il mantenimento definitivo del potere. Ma uno sconosciuto signore, certo Silvio Berlusconi, scese in campo per contrastare il passo al partito comunista e in due mesi vinse le elezioni ottenendo il governo del Paese. Da quel momento si scatenò contro di lui una azione ininterrotta della magistratura che nel 94 fece cadere il governo, tramite un'accusa di corruzione cui seguì una assoluzione con formula piena, una azione che si sviluppò poi con oltre 50 processi di cui 41 conclusi senza essere riusciti a raggiungere una condanna".

"Quanto accaduto alla mia persona nessuno può comprenderlo: c’è stata una vera e propria violenza incredibile con accuse in processi senza alcun fondamento - prosegue l'ex premier -. In realtà c’è stato un accanimento giudiziario senza pari che non ha uguale da quando ho deciso occuparmi della cosa pubblica".

C'è amarezza nelle parole di Berlusconi. La consapevolezza di essere stato il bersaglio privilegiato di una serie infinita di attacchi. "In cambio dell’impegno che ho profuso nel corso di quasi vent’anni a favore del mio Paese, giunto ormai quasi al termine della mia vita attiva, ricevo in premio delle accuse e una sentenza fondata sul nulla assoluto, che mi toglie addirittura la mia libertà personale e i miei diritti politici".

Poi l'orgoglio. Di aver costruito un impero imprenditoriale. E la certezza. Di essere innocente."Io non mai stato socio occulto di alcuno, non ho ideato mai un sistema di frode fiscale non esiste una falsa fattura nè un fondo occulto che riguardi me e la mia famiglia. Viviamo in un Paese in cui la maggior parte dei crimini non vengono perseguiti. Io sono fiero di aver creato con le mie sole capacità un gruppo imprenditoriale avendo l’orgoglio di non aver mai licenziato uno solo dei miei collaboratori. Sono fiero di aver contributo alla ricchezza del Paese, versando allo Stato miliardi e miliardi di euro di imposte ed offrendo con le mie televisioni non solo uno strumento di crescita per le aziende italiane, ma anche una maggiore libertà e pluralità al mondo dell`informazione"

Ma non c'è solo il ricordo di un ventennio passato in trincea. C'è la voglia di riscatto. "Dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà restando in campo e chiamando a raccolta i giovani migliori e le energia migliori". Nel momento più difficile, chiama a raccolta il suo popolo. Chi pensava di mettere la parola fine alla lunga carriera di Berlusconi è, ancora una volta, deluso. "Diremo agli italiani di darci la

538em;">maggioranza per modernizzare il Paese a partire dalla più indispensabile che è quella della giustizia per evitare che un cittadino sia privato della libertà". Non è finita.

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