Berlusconi: "Basta personalismi e compromessi"

Il premier: "Il Pdl imprimerà alla politica un segnale forte di cambiamento. La frammentazione e i personalismi sono stati i mali peggiori della politica italiana, malata di compromessi al ribasso e instabilità. Nel nuovo partito uniremo tutti i moderati e i riformisti"

Berlusconi: "Basta personalismi e compromessi"

Roma - Basta con la politica malata di compromessi al ribasso, instabilità e isterici personalismi. Il Pdl, che tra pochi giorni vedrà la luce ufficialmente con il congresso fondativo di Roma, vuole imprimere un segnale forte di cambiamento. Un segnale in grado di condizionare positivamente tutta la politica, sia a destra che a sinistra. Ne è convinto il premier Silvio Berlusconi. "Il Pdl - scrive Berlusconi in un messaggio ai cristiano popolari di Mario Baccini - darà prova di altruismo e di lungimiranza politica, anteponendo l’interesse generale a quello personale, la forza unitaria della rappresentanza politica dei moderati alla frammentazione e ai personalismi, che sono stati due tra i mali peggiori della politica italiana, malata di compromessi sempre al ribasso, di instabilità e per questo priva di credibilità".

Il contributo dei riformisti "Il vostro - aggiunge il presidente del Consiglio - sarà un contributo politico importante al nuovo partito unitario dei moderati e dei riformisti italiani, di tutti i riformisti autentici: cattolici, laici e liberali. Di quel riformismo che ha avuto in Don Sturzo e De Gasperi i campioni di una tradizione culturale e politica che ha segnato i momenti migliori della storia politica del ’900". Secondo Silvio Berlusconi il Pdl rappresenterà "quella maggioranza che non si è mai riconosciuta nella sinistra: una maggioranza che dal dopoguerra ad oggi è stata il baluardo della democrazia in Italia".

Come sarà il nuovo partito Il premier sottolinea quindi l’altro dato caratterizzante della nuova formazione politica: l’unità.

"Se nella nostra precedente esperienza di governo - dice Berlusconi - alcune riforme importanti alle quali tenevamo sono uscite dal tavolo del governo ma si sono poi arenate in parlamento, è stato proprio per una mancanza di unità nelle decisioni, unità di cui ora dobbiamo essere orgogliosi e fare tesoro".

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