«T utto come previsto». O forse un po' oltre. Già, perché se Berlusconi immaginava la reazione dei mercati, il balzo dello spread e qualche presa di posizione da parte dei leader europei in favore di Monti, probabilmente non si aspettava un fuoco di fila come quello arrivato ieri dalla stampa internazionale. Secondo il Cavaliere, «un vero e proprio accerchiamento» se si considerano pure gli affondi della Boccassini (che ieri ha attaccato l'ex premier) e l'invito a comparire a Verdini per un'inchiesta vecchia di un anno. «È iniziata la campagna elettorale, sapevamo sarebbe andata così», si lascia scappare Berlusconi al telefono con deputato.
La giornata il Cavaliere la passa ad Arcore, alle prese con i primi passi di una campagna elettorale che sarà molto concentrata su internet ma non disdegnerà le tv (stamattina interverrà a La telefonata di Belpietro). Intanto arrivano gli endorsement di Holland e della Merkel pro-Monti (ma pure di Barroso e Van Rompuy). Nessun accenno all'ex premier, ma sia il presidente francese che la cancelliera tedesca lodano il Professore e definiscono «un peccato» le sue dimissioni. Tutti e tre si trovano ad Oslo per la consegna del Nobel per la pace all'Unione europea e forse il timore è che in qualche modo Monti abbia potuto «agevolare» le uscite di Hollande e della Merkel.
Così, nel tardo pomeriggio Berlusconi decide di prendere carta e penna e insieme a Bonaiuti butta giù un comunicato piuttosto eloquente. «Le reazioni eccitate e fuori luogo di alcuni politici europei e di alcuni quotidiani stranieri alla notizia di un mio impegno rinnovato nella politica italiana - attacca il Cavaliere - risultano offensive non tanto nei miei confronti personali quanto per la libera scelta degli italiani». D'altra parte, in privato è ben più netto l'ex premier e punta l'indice contro «mercati e procure» che «vogliono dettare l'agenda italiana». Concetto che nel comunicato Berlusconi traduce così: «Sarebbe fin troppo facile collegare queste ingerenze, del tutto ingiustificate sul piano delle democrazia e del mio impegno in Europa, con l'ennesima manovra speculativa tesa ad indebolire le nostre aziende e a renderle facile preda di acquirenti stranieri».
E sarà più o meno questo che il Cavaliere dirà giovedì al vertice del Ppe in programma a Bruxelles. La sede opportuna dove ribadire quel che pensa dell'Europa: «Sono sempre stato un europeista convinto e mi sono sempre battuto per un'Unione meno burocratica e più unita politicamente, con una politica monetaria unica e con una sola politica estera».
Il resto della giornata Berlusconi lo dedica alle beghe interne al Pdl. Salta in extremis una riunione prevista per questa mattina ad Arcore perché il Cavaliere è atteso a Roma per impegni evidentemente più importanti. All'orizzonte, intanto, resta l'ipotesi spacchettamento, sempre la più gettonata visto anche che gli ex An (si sono visti ieri a Milano) sono molto tentati da una separazione consensuale. A quel punto Berlusconi non avrebbe esitazione a ritirare fuori nome e simbolo di Forza Italia.
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