RomaLa parola d'ordine è austerity. E poco importa che il ragionamento di Silvio Berlusconi ai microfoni di Milan Channel riguardi la squadra rossonera, i suoi movimenti sul mercato e le aspettative per il futuro. Perché il Cavaliere è uno che sa bene quanto il calcio sia rilevante anche per il consenso, quanto le sue fortune politiche siano state in parte aiutate da quelle calcistiche. Sa, insomma, che anche i tifosi sono elettori. E se il messaggio ai milanisti è quello lanciato ieri è chiaro che quello da rivolgere al Paese quando si aprirà la campagna elettorale non se ne discosterà di molto.
«La situazione economica non consente più le spese dei primi anni Novanta», dice Berlusconi. E quindi «non si possono acquistare top player come quelli che hanno segnato le campagne acquisti degli scorsi anni» ma «dobbiamo» invece «costruire una grande squadra grazie ai giovani». Austerity dunque. Con il Cavaliere che di fatto applica la sua personalissima spending review anche al Milan. E cita le vendite di Ibrahimovic e Thiago Motta come esempio di «fair play finanziario». «Il mio cuore piangeva - dice - ma con questo sacrificio era possibile mettere i conti in ordine per i prossimi tre-quattro anni».
L'ex premier, dunque, è ben cosciente di quanto il momento sia difficile e - pur non perdendo il suo consueto ottimismo perché si può «costruire un calcio divertente ed efficace grazie ai giovani» - chiede ai tifosi del Milan di «non aver paura di questo cambiamento di prospettive». E un approccio molto simile - quello del richiamo al senso di responsabilità - potrebbe averlo proprio in campagna elettorale, pur continuando ad essere molto critico verso le nuove tasse arrivate con Monti.
Un Berlusconi, insomma, che capisce le difficoltà del Professore che si è comunque «dato da fare». «Ma in Italia - aggiunge - la crisi è più acuta e questo non dipende dal Paese». Poi una velata polemica: «Io mi sono tirato indietro dal governo, tutti dicevano che un esecutivo tecnico avrebbe migliorato questa crisi invece a quella economica si è aggiunta anche la crisi finanziaria». Come a dire: non era colpa mia. Concetto su cui il Cavaliere torna spesso nelle sue conversazioni private, soprattutto quando lo spread schizza alle stelle senza che nessuno si sogni di dire che il differenziale alle stelle dipende da Monti. Un punto su cui insisterà anche quando si aprirà la campagna elettorale.
Un Berlusconi, dunque, che inizia a mettere a punto il messaggio da veicolare al Paese e la strategia che dovrà tenere per avvicinarsi al voto e recuperare gli elettori delusi. D'altra parte, sul punto è da tempo al lavoro Alessandra Ghisleri con la sua Euromedia che sta fornendo di settimana in settimana report e analisi. Di certo, a parte il restyling del partito, l'ex premier pare intenzionato a sfruttare i mesi che mancano di qui al voto per distinguersi il più possibile dal governo Monti. Perché una cosa è il senso di responsabilità, altra è la scelta di curare la crisi con nuove tasse. Tanto che in molti teorizzano che il Cavaliere possa proporre di abolire l'Imu che, come una tantum può ancora andare ma come tassa annuale diventerebbe insostenibile.
Ed è anche questa la ragione del perché Berlusconi - che domani partirà per Mosca per una tre giorni con Vladimir Putin - non è per nulla affascinato dall'ipotesi di elezioni anticipate su cui ha spinto molto il Pd negli ultimi giorni. Perché un voto a novembre, con agosto di mezzo, non permetterebbe di elaborare alcuna strategia.
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