Berlusconi torna in Parlamento. Da Renzi per le consultazioni

Altro che decaduto, Berlusconi è più che mai al centro della politica italiana. Da Renzi per le consultazioni. Per l'economia in pole Padoan e Tabellini

Berlusconi torna in Parlamento. Da Renzi per le consultazioni

Dopo la cacciata dal Senato Berlusconi è tornato nei palazzi della politica. Prima al Quirinale, guidando la delegazione di Forza Italia per le consultazioni con il Capo dello Stato. Oggi a Montecitorio, per un faccia a faccia con il presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi. Come si può facilmente intuire il Cavaliere è tornato al centro della politica italiana, nonostante gli sforzi, di alcuni, di sbatterlo fuori con ignominia. Non siede più in parlamento ma guida il proprio partito, partecipa alle riunioni con i vertici istituzionali e - vedi accordo sulla riforma elettorale - svolge un ruolo di primo piano nel tentativo di sbloccare lo stallo in cui si trova il nostro Paese.

Con l’arrivo di Renzi a Montecitorio è iniziata, con circa mezz’ora di ritardo, laseconda e ultima giornata di consultazioni a Montecitorio per il premier incaricato. Il primo appuntamento per il segretario del Pd è con Berlusconi, arrivato alla Camera cinque minuti prima del sindaco di Firenze. Con il leader di Forza Italia anche i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani.

Subito dopo l'incontro con il premier incaricato Berlusconi ha sottolineato che "il Paese ha assolutamente bisogno di diventare un Paese governabile, cosa che oggi non è. Lo posso dire essendo stato presidente del Consiglio per anni. Io credo che sia assolutamente importante rivedere l'assetto costituzionale per dare al presidente del Consiglio gli stessi poteri che hanno i suoi colleghi in altri Paesi". E per garantire la governabilità ha aggiunto: "Credo che sia assolutamente importante rivedere l’assetto costituzionale per dare al presidente del Consiglio gli stessi poteri che hanno i suoi colleghi in altri Paesi". Sempre sul tema riforme Berlusconi ha auspicato "l’elezione diretta del Capo dello Stato". E ha aggiunto: "Anche la Corte costituzionale va modificata non si può lasciare al capo dello Stato la prerogativa di nominare cinque membri. Oggi la Corte costituzionale da istituzione di garanzia è diventato un organo politico della sinistra".

Dopo la delegazione di Forza Italia è toccato a quella del Pd. "Abbiamo svolto un colloquio assolutamente positivo con Renzi molto impegnato e determinato per provare a costruire un governo di svolta. A Renzi abbiamo espresso la condivisone del Pd rispetto a sfida che ha davanti", ha detto al termine dell'inconto il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, "Dobbiamo costruire un nuovo rapporto tra la politica e i cittadini, per questo motivo per noi il tema delle riforme è assolutamente centrale". Poi ha aggiunto: "Le questioni sociali ed economiche, con la necessità di ridare forza e ossigeno alle nostre famiglie e imprese, e la grande questione delle riforme sono i due punti decisivi su cui il governo che nascerà dovrà aprire una stagione nuova. Come gruppi del Pd di Camera e Senato siamo assolutamente convinti di questa sfida, la condividiamo e la facciamo nostra nel modo più deciso possibile".

Ha chiuso il giro di consultazioni la delegazioni del Movimento 5 Stelle. In realtà è stato un monologo di Beppe Grillo, con Renzi che tentava di esporre il suo programma. "Non ti faccio parlare - ha detto a un certo punto il leader M5S - sono venuto a manifestarti la mia, nostra totale indignazione per il sistema che rappresenti. Ti do un minuto, non ho tempo per te". E il presidente del Consiglio incaricato ha replicato a muso duro: "Non è il trailer del tuo show, non so se sei in difficoltà sulla prevendita, se vuoi ti aiuto ma il tuo popolo ti ha chiesto di incontrarmi ma tu non sei mai stato democratico. Esci da questo blog".

Al termine delle consultazioni Renzi ha indicato le prossime tappe in vista della formazione del governo: "Immagino di poter sciogliere la riserva nella giornata di sabato e chiedere ai presidenti del Senato prima e della Camera poi di recarmi in aula da lunedì della settimana prossima". Stasera riferirà sulle consultazioni al Capo dello Stato. La giornata di domani sarà dedicata, invece, alla stesura del programma.

"So che non mi crederete ma non stiamo discutendo di nomi", ha detto il premier incaricato parlando ai giornalisti del totoministri. "Siamo interessati - ha spiegato - a darci un metodo: discutere prima per evitare di aprire costantemente questioni dopo. Facciamo quindi tutte le discussioni adesso, prendendoci anche un po' di tempo, per poi aprire la strada al raggiungimento dell’obiettivi". Quindi, ha detto rivolto al cronista che gli aveva chiesto del totoministri, "la sua legittima curiosità sarà serenamente risolta e sciolta sabato prossimo se questo calendario verrà confermato".

Tornando nella sede del Pd insieme con Graziano Delrio, Renzi ha spiegato: "Siamo molto avanti con il lavoro, con qualche nodo ancora da sciogliere". Dopo una lunga giornata di consultazioni, un incontro con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e un "positivo" e approfonditissimo colloquio di due ore con il presidente della Repubblica, sembra sciolto il nodo del ministero dell’Economia: a via XX Settembre andrà un tecnico, salvo sorprese dell’ultima ora, perché si è preferito puntare su una standing internazionale proprio mentre l’Italia, i cui conti sono in ordine ma ancora fragili, intende chiedere che l’Europa viri più sulla crescita che sul rigore e anche in considerazione del fatto che dal primo luglio sarà Roma a guidare il semestre europeo.

Il nome ancora non è certo ma il novero dei candidati si è ormai ridotto a una short list che vede in pole position Pier Carlo Padoan e Guido Tabellini. Da questa scelta discenderanno tutte le altre, dagli Interni allo Sviluppo.

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