RomaUn'utilitaria strapiena sotto la pioggia, un fiume gonfiato dal maltempo, l'imprudenza dell'autista che ha tentato di attraversarlo. Così tre donne, tra le quali una bambina, sono morte nella notte tra sabato e domenica a Noto, in Sicilia, travolte dal torrente e bloccate nell'abitacolo dove sono annegate, mentre gli altri quattro occupanti sono riusciti a mettersi in salvo. Tra questi ultimi anche l'uomo che guidava l'auto, Antonino Restuccia, infermiere professionale 32enne, cugino della bimba che ha perso la vita. La polizia l'ha arrestato su ordine della procura di Siracusa, rinchiudendolo nel carcere di Cavadonna. Il magistrato, che ipotizza a suo carico l'omicidio colposo plurimo, gli contesta la «grave negligenza» alla guida, mentre il sindaco di Noto ha proclamato tre giorni di lutto cittadino.
Le sette persone, cinque familiari e due amici, stavano tornando alle 4 del mattino da una cena nelle campagne vicino Noto in gruppo, nonostante la vecchia Lancia Y grigio metallizzato avesse solo cinque posti. Quando l'auto ha tentato di passare il torrente Asinara, in contrada Romanello, su un attraversamento quasi a raso, l'onda di piena l'ha travolta. Due degli occupanti sarebbero stati sbalzati fuori dall'abitacolo nell'impatto, altri due sarebbero saltati fuori prima che l'utilitaria affondasse nell'acqua fangosa con a bordo ancora Marisol Latino, 7 anni, Alessandra Tumminieri, 33, e Maria Gioelli di 67. Per loro non c'è stato niente da fare, e solo dopo alcune ore gli speleosub dei vigili del fuoco sono riusciti a recuperare i tre cadaveri. Prima del suo arresto Restuccia, che vive a Milano, avrebbe detto ai soccorritori di non aver notato il livello dell'acqua perché «era buio». E sempre in Sicilia orientale, a causa delle forti piogge, si è rischiata una tragedia simile in provincia di Catania. Un fuoristrada è rimasto bloccato dall'acqua tentando di attraversare il fiume Simeto, e solo l'intervento di un elicottero dei pompieri ha evitato il peggio.
Se il maltempo in Sicilia ha ucciso, l'allarme meteo resta alto in tutto il Paese. Nel Bellunese ieri è stata quasi del tutto risolta l'emergenza black-out, ma vengono segnalate frane in Calabria, Lazio, Toscana, Umbria e Lombardia. Molti i problemi con la circolazione - anche ferroviaria, nel Triveneto - da nord a sud, mentre la protezione civile mantiere alta l'allerta: neve e pioggia continueranno anche oggi. Criticità «rossa», la più elevata, in Friuli, nel Veneto centrale e nelle pianure centrale; livello «arancione» per Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Basilicata, Sicilia, Calabria e parte della Puglia. A Roma, dove anche il match con il Parma è stato sospeso per il maltempo, la situazione è ancora critica. Molte strade, tra cui un lungo tratto della tangenziale, sono state chiuse al traffico, decine le famiglie sfollate che, in seguito agli allagamenti nei quartieri a Nord della capitale, sono ancora ospitate in scuole e parrocchie. Fa meno paura il Tevere. Dopo il passaggio della piena, due notti fa, la forte pioggia rallenta i tempi per l'abbassamento del livello dell'acqua, comunque in calo. E mentre, tra le polemiche, il sindaco Ignazio Marino è al lavoro con la giunta per fare un bilancio dei danni, l'attenzione si sposta a Fiumicino, già duramente colpita dal maltempo negli ultimi giorni, dove 35 strade nel quartiere di Isola Sacra sono chiuse al traffico e dove il Tevere, gonfio di detriti, lascerà il suo carico alla foce.
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