Bombette e aggressioni, Roma paralizzata

Pomeriggio di protesta dei no Tav: pochi a sfilare. Violenze contro giornalisti e troupe tv. Blocchi sul raccordo per mezz’ora

Bombette e aggressioni, Roma paralizzata

«Siamo più di cinquemila!». Il temuto sabato pomeriggio romano dei No Tav inizia con una buona notizia: sfilano quattro gatti. La città si divide tra cinemino e shopping, loro marciano defilati tra Pigneto e Prenestina perché il centro lo ha già prenotato Storace prima che nevicasse. Fa gli onori di casa «Tarzan» Alzetta, leader di Action e da ieri anche dei (non avvistati) rivoltosi valsusini in trasferta.
Il programma ufficiale prevede panino, birretta, bandierone e il supporto morale del comunista Paolo Ferrero. La guerriglia, i caschi, le spranghe sono dettagli tecnici a corredo. Il finto corteo dura, infatti, lo spazio di una mezzora. Alle cinque Tarzan annuncia il dietrofront: il deserto della periferia est va stretto, si va tutti a bloccare la città. Ma nel mirino più che Monti ci sono i giornalisti. Dopo il blitz «simbolico» sotto la sede di Repubblica sulla Colombo parte la caccia a chi maneggia taccuini e telecamere. La cronista di La7 Chiara Romano viene prima annaffiata da un gavettone, poi cosparsa di colla per aver osato rivolgere domande agli organizzatori. C’è amarezza: «Stavamo solo facendo cronaca, gli davamo pubblicità, ma questi che cavolo vogliono?». Angela Caponnetto di Rainews viene spintonata e al suo operatore, che da in diretta le immagini del corteo, fratturano un dito e sequestrano la telecamera. Andrà tutto su YouTube. Invece Piero Sansonetti, direttore del settimanale Gli altri e di Calabria Ora se la cava con un «Fascista!». Avranno tutti la meritata solidarietà bipartisan. Commenta Guido Crosetto, deputato Pdl: «Usano la scusa della Tav per atti di violenza inaccettabili, questi sono delinquenti, potenziali terroristi, altro che manifestanti innamorati della loro valle». Tra questi «cinquemila» che sfilano per una valle verde ci sono esponenti dei centri sociali, studenti, ultracomunisti attivisti dei movimenti della galassia antagonista. Dei No Tav poca roba. Sui muri spuntano i graffiti contro la polizia e Monti.
Il sole tramonta, si passa a un abbozzo di scontro, fumogeni, bombe carta e spazzatura varia mentre i commercianti abbassano le serrande anticipando il rientro a casa. I manifestanti bloccano la Tangenziale e dal cavalcavia gettano oggetti sulle auto. Sognavano la guerriglia urbana, si devono accontentare dei disordini, azioni autonome frutto di trovate. Come «l’occupazione pacifica di una palazzina in largo Preneste per dare un messaggio a Napolitano e ricordargli i 150 anni di unità divisa da Trenitalia».
Troppo cerebrale. Qualcuno azzarda una capatina a Casal Bertone, dove tra qualche anno dovrebbe passare il treno ad alta velocità. Non se ne fa nulla, meglio i petardi alla sede dell’Atac. Anzi, si va tutti a bloccare l’ingresso dell’A24 per vedere l’effetto che fa sugli automobilisti: «Rimarremo qui a oltranza», minacciano, poi si stufano e se ne vanno altrove. Nel frattempo a protestare è Gianni Alemanno, primo cittadino di una città dove tutti vogliono venire a protestare il sabato pomeriggio, un’agghiacciante routine. Solo ieri tre cortei e il prossimo fine settimana si replica, è troppo. Al sindaco esce fumo dalle orecchie: «Non condivido le ragioni dei No Tav, né tantomeno condivido questo modo di rappresentare le proprie ragioni sia in Val di Susa sia qui a Roma. Purtroppo si ripropone il problema dei regolamenti delle manifestazioni perché oggi la città è stata investita da molte di queste e io mi auguro che il governo, dopo la sentenza del Tar che ha annullato la mia ordinanza, faccia qualcosa per difendere Roma e la sua cittadinanza dall’eccesso di manifestazioni, che spesso sono violente».


È sera, Monti va avanti e la maggioranza (romana) opta per San Lorenzo, il quartiere della vita notturna, famoso per i localetti, quelli giusti per chiudere in bellezza al giornata. L’anarchia regna ormai sovrana e, mentre la gola si fa secca, l’elicottero della polizia che controlla gli sparpagliati tira un sospiro di sollievo. Anche questa è andata.

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