Centri estivi, il dem Furfaro tira in ballo la figlia della Meloni: cosa ha detto

I dem ritornano alla carica con una proposta di un anno fa già bocciata dalla maggioranza. Furfaro: "Un bimbo che ha finito la scuola e non è figlio della presidente del Consiglio dove va?"

Centri estivi, il dem Furfaro tira in ballo la figlia della Meloni: cosa ha detto
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L'estate si sta ormai sensibilmente per arrivare in via ufficiale e il Partito Democratico ripiomba in piena campagna elettorale per attaccare il governo Meloni sul tema dei centri estivi, addirittura tirando indirettamente in ballo la figlia della premier: "Un bambino o una bambina che non è figlio o figlia di un parlamentare, che non è privilegiato, che non è figlia della presidente del Consiglio, che non può viaggiare sull'aereo di Stato, durante l'estate dove va? Cosa fa?", si chiede retoricamente Marco Furfaro. Il responsabile Welfare del Pd ha sintetizzato in una domanda rivolta al governo e a Giorgia Meloni il senso dell'iniziativa "Tre mesi senza scuola e centri estivi sempre più cari: un salasso per le famiglie" in cui, alla Camera, sono state illustrate le proposte dei dem.

"Questo governo, che ha superato il record dei 100 decreti, ignora un tema che riguarda milioni di famiglie in questo periodo e non offre risposte a un bisogno fondamentale di supporto quando la scuole chiudono - ha aggiunto la capogruppo del Pd a Montecitorio, Chiara Braga -. La risposta del governo Meloni alla domanda che fine fanno i bambini quando chiudono le scuole è, ci si arrangi. E questo vale anche per altri temi come la sanità, le cure, il potere di acquisto e i salari". Il refrain prosegue con la proposta di legge già presentata un anno fa e l'emendamento "ad hoc" all'ultima legge di Bilancio che, come ha spiegato Braga, "non hanno avuto attenzione dal Parlamento". L'emendamento alla manovra, in particolare, chiedeva di aggiungere 100mln al Fondo "contributo per le famiglie" oltre la ricostituzione della capienza originaria del Fondo stesso passato da 150 a 60mln negli anni.

La vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani, s'infiamma ulteriormente contro la maggioranza di centrodestra: "Il governo si svegli, si desti da questo sonno in cui è caduto. Chiusi nel palazzo hanno perso contatto con la realtà: fuori ci sono donne e madri abbandonate a se stesse - ha detto l'esponente del Partito Democratico -. Oggi ci sono 800mila bambini che vanno ai centri estivi, tutti di famiglie normali, con reddito medio basso, che pagano in media 1400 euro per dare una opportunità ai figli in queste otto settimane in cui sono chiuse le scuole. Non tutte riescono a farlo. Per avere il contributo, esiguo tra l'altro, dell'Inps sono arrivate 22mila domande a fronte di 3mila risposte possibili".

La Pdl dei dem per un supporto alle famiglie per i centri estivi porta come prima firma quella della deputata Michela De Biase: "Contributo fino a 2400 euro per le famiglie con Isee fino a 25mila euro per i centri estivi. Questo governo non ha nessun interesse a occuparsi delle famiglie. Le risorse stanziate sono diminuite", spiega. E fa niente se l'esecutivo nazionale, da quando è entrato in carica due anni e mezzo fa, ha sempre garantito un finanziamento annuale di più di 60 milioni di euro, come da proposta del ministro della Famiglia, Natalità e Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, che ha sempre ribadito anche la validità dello strumento dell'assegno unico e l'aumento della spesa di 3 miliardi per sostenerlo.

Senza contare che la competenza e la responsabilità di organizzare e gestire centri estivi in Italia è principalmente nelle mani dei Comuni, di cui i più grandi in Italia (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Bari) sono tutti in mano alla sinistra e sono quelli dove si sono registrati i maggiori aumenti dei costi dei centri estivi. Ma, alla fine, la soluzione migliore per i progressisti è sempre la stessa: urlare "tutta colpa della Meloni".

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