- Finalmente qualcuno che mostra un po’ di attributi di fronte al tiro al piattello di Report. Il Garante della Privacy, per voce del suo presidente, nominato in quota Pd, ha deciso che non si dimetterà dopo la raffica di puntata di Sigfrido Ranucci. Bravi.
- Che poi non capisco che senso abbia, per Elly Schlein, chiederne le dimissioni. Se se ne andassero e il Parlamento dovesse ri-votarli, sarebbe ancora più facile per il centrodestra metterci “suoi” uomini al posto del Collegio che si erano votati loro.
- Questa del Garante è una brutta botta per Ranucci, forse. Ma lo è soprattutto per Elly Schlein la prima a invocare un passo indietro del Collegio. Anche a ‘sto giro si dimostra che la segretaria dem non ha la forza, politica, nemmeno per far andare a casa un presidente della Privacy nominato dal Pd stesso.
- Questa storia della BBC è stupenda. Vi spiego. Il Telegraph pizzica la storica emittente britannica con le mani nella marmellata: durante un documentario su Trump, hanno tagliato il discorso del Tycoon per far sembrare che sia stato il presidente a chiedere l’assalto a Capitol Hill. Giustamente i vertici si devono dimettere, perché la frittata è troppo grossa. Ma ora che Trump chiede delle scuse e un indennizzo, parte il coro unico dei difensori dei giornalisti, “nessuno tocchi la BBC”, “l’assalto dei MAGA al giornalismo indipendente” e scemenze simili. Non c’è nessun attacco di Trump alla BBC. È la BBC che ha attaccato Trump inventandosi una notizia totalmente fasulla e adesso vuole pure avere ragione. Robe da pazzi.
- Io adoro la barca di Roberto Fico. Perché adoro la ricchezza. Poco importa se l'ha ormeggiato abusivamente o no, questo non conta.
Conta l’ipocrisia di chi andava in autobus alla Camera per poi trovarsi a giocherellare con uno dei mezzi più inquinanti e che più identificano la casta. Non ne faccio una colpa a Fico, ma a chi gli ha dato credito sì. Vi hanno fregato e anche di brutto.