Bruxelles chiede la galera per chi trucca indici e tassi

Basta alla «mentalità da casinò» nel settore finanziario, dove lo scandalo Libor è solo l'ultimo di una lunga serie. Bruxelles sceglie la linea dura e chiede sanzioni penali severe, carcere incluso, per chi manipola i tassi interbancari. Ci sarà «tolleranza zero» verso quei banchieri che si comportano come «corrotti affaristi da casinò che scommettono con i risparmi dei propri clienti», ha tuonato la commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding (nella foto).
La Commissione Ue aveva già presentato a ottobre 2011 una direttiva e un regolamento che prendevano di mira gli abusi di mercato, ma tra le norme non ce n'era nessuna relativa a chi «traffica» gli indici di riferimento. Il 27 giugno, però, arriva lo scandalo Libor: Barclays annuncia di avere patteggiato con le autorità americane e inglesi una multa da 290 milioni di sterline per mettere fine alle accuse di manipolazione del London Interbank Offered Rate (Libor). Bruxelles è quindi subito corsa ai ripari e nell'arco di appena un mese è intervenuta, emendando il testo di ottobre e chiedendo agli stati membri di introdurre nella loro legislazione provvedimenti penali, reclusione inclusa, nei confronti dei «manipolatori di indici». Perchè, ha ricordato la Reding, i tassi dei prestiti interbancari hanno «ricadute importanti» sulla vita di tutti i giorni, influenzando mutui e prestiti.
La Commissione ha deciso di non fissare almeno per ora pene minime e massime, ma di compiere una revisione entro quattro anni dall'entrata in vigore delle nuove norme per valutare se introdurre o meno standard comuni europei. L'esecutivo comunitario intende anche presentare «entro fine anno» una proposta sulla supervisione degli indici, ora nelle mani delle stesse banche. Il commissario Ue al mercato interno Michel Barnier sta anche riflettendo su una ridefinizione della metodologia con cui questi vengono calcolati, al momento basata su stime e non su «cifre e fatti reali». «Nessuna porta è chiusa, tranne quella dello status quo», ha assicurato. Nel frattempo continua l'indagine avviata lo scorso autunno dall'antitrust Ue sulle manipolazioni di Libor, Euribor e Tibor.

«È possibile» che queste ci siano state ma «non possiamo ancora concludere che sia così perchè le indagini non sono ancora finite», ha spiegato il commissario alla concorrenza Joaquin Almunia, che sta seguendo la vicenda in collaborazione con le autorità canadesi, giapponesi e americane.

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