Cacciata la senatrice grillina A decidere sono 13mila clic

Cacciata la senatrice grillina A decidere sono 13mila clic

Roma«Le operazioni di voto si sono concluse. Gli aventi diritto erano 48.292, di questi hanno votato in 19.790. Il 65,8% (pari a 13.029 voti) ha votato per l'espulsione, il restante 34,2% (pari a 6.761 voti) ha votato per il no. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato». Cade un'altra testa, a colpi di clic: via dal gruppo M5S la senatrice Adele Gambaro, colpevole di intervista critica verso il leader Beppe Grillo. Cacciata con 13mila voti on line (senza uno scrutinio, tutto autocertificato da Grillo e Casaleggio), su 48mila voti disponibili (vuol dire che il 60% si è astenuto) e su 10milioni di elettori del movimento, insomma la base più integralista e colpevolista. Ma quanto basta per espellerla. «La senatrice Adele Gambaro ha rilasciato dichiarazioni lesive per il M5S (a Skytg24 aveva accusato Grillo di essere il problema del M5S, ndr) senza nessun coordinamento con i gruppi parlamentari e danneggiando l'immagine del M5S con valutazioni del tutto personali e non corrispondenti al vero. Per questo i gruppi parlamentari riuniti del M5S di Camera e Senato ai sensi del Codice di comportamento, hanno deliberato a maggioranza di proporre l'espulsione dal gruppo parlamentare del Senato di Adele Gambaro» si legge nella sentenza on line sul blog di Grillo. In verità il «Codice di comportamento eletti MoVimento 5 stelle in Parlamento» non prevede, come motivo di espulsione, la critica aperta a Grillo o Casaleggio, che quindi in teoria è ammessa. Ma solo in teoria. Perciò Grillo porta, come motivo di contraddizione ai principi per la Gambaro, una sua stessa dichiarazione durante le Parlamentarie, cioè le primarie dei candidati grillini. «Penso che un parlamentare - scriveva la Gambaro - che non fosse più in sintonia col M5S, grazie al quale è stato eletto, semplicemente debba dimettersi».
Basta questo per legittimare l'espulsione? Tra gli stessi parlamentari M5S ci sono dubbi. Anche l'ipotetico subentrante al posto della Gambaro, qualora si dimettesse da senatrice (ipotesi remota), cioè il riminese Marco Affronte, scrive su Facebook che Adele ha forse sbagliato tempi e modi, «ma di sante inquisizioni ne ho abbastanza e sono, ovviamente, per la libertà d'opinione». Una scelta sbagliata e un altro autogol del Movimento secondo la senatrice grillina Serenella Fucksia: «I meccanismi dietro questa operazione mi sono oscuri, non li comprendo. Sarebbe interessante avere il nominativo di chi ha votato. Non è possibile che si decida in cinque ore. Spero che il gruppo da questo errore cresca».
In 42, tra senatori e deputati M5S, hanno votato contro l'espulsione in assemblea, contro 79 sì oltre a 9 astenuti. Il metodo inquisitorio non convince gli stessi parlamentari Cinque stelle, alcuni sfiorati dalla ghigliottina. Come i deputati Currò e Pinna, anche loro critici verso la linea, ma raggiunti al telefono da Grillo per un chiarimento, anche per evitare un'altra esecuzione pubblica che accrescerebbe l'immagine di un movimento litigioso e caotico. «Tieni unito il movimento» avrebbero detto i due deputati nel mirino del gruppo M5S a Grillo, che li avrebbe rassicurati. Con la cacciata della Gambaro siamo già a quattro, tra espulsi e fuoriusciti (in tre mesi), dai gruppi M5S a Camera e Senato. E le tensioni sono all'ordine del giorno, anche con altri deputati.

Violentissimo lo scontro in aula con l'onorevole Cera, di Scelta civica, che ha insultato pesantemente i deputati grillini, ma per «difendere» il suo segretario Cesa, offeso dai Cinque stelle, sostiene lui (insultato a sua volta). In Parlamento finora non è stato un piacere.

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