Messina e Caserta unite da un invisibile filo per un giorno, per una brutta pagina di assenteismo dal posto di lavoro. «Posto sicuro», tanto sognato da centinaia di migliaia di disoccupati ma snobbato, invece, nella circostanza (nella fattispecie due città del meridione, tra le più affamate di lavoro) da 138 pseudo lavoratori (tra assenteisti e loro complici). A Messina il più grave dei due episodi di assenteismo. Allo Iacp (Istituto autonomo case popolari) addirittura è emerso dall'attività investigativa della guardia di finanza che ben 81 impiegati su 96, o non si recavano in ufficio, oppure erano loro complici vidimando al loro posto il badge nella macchinetta marcatempo. Alla ex Asl Caserta 2, invece sono indagati 57 dipendenti (su oltre cento impiegati): 28 di essi hanno ricevuto un provvedimento cautelare dell'obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria. L'indagine messinese è stata coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Antonio Carchietti. Quattro dipendenti dello Iacp sono stati arrestati e condotti dopo una «gita» in caserma, ai domiciliari. Il Gip ha deciso cosi per le oltre 50 ore di assenze ingiustificate accumulate in un mese. Pugno duro del gip anche nei confronti di altri 54 dipendenti che dovranno obbligatoriamente passare per la caserma per firmare, prima di recarsi al lavoro. In sostanza, i dipendenti truffaldini, a gruppi, si mettevano d'accordo tra loro: colleghi compiacenti timbravano il badge per gli assenteisti, ma il piacere era poi ricambiato. Avevano un gran «da fare» gli assenteisti, filmati dagli investigatori mentre si intrattenevano al bar oppure si dilettavano nello shopping. A volte, la pausa pranzo andava ben oltre la mezz'ora: anche 2 o 3 ore o fino alla fine del turno. La guardia di finanza ha incastrato gli assenteisti grazie ad alcune telecamere installate all'interno dell'istituto. Tutti gli indagati sono accusati di truffa ai danni dello Stato. Le fiamme gialle hanno anche quantificato le ore di lavoro non svolte ma pagate (nell'arco di un mese), agli indagati: circa 1.500. L'operazione antiassenteismo dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere è invece nata per «caso»: gli investigatori stavano svolgendo accertamenti su una presunta consorteria criminale attiva presso il Dipartimento di prevenzione (ex Asl Caserta 2) quando si sono imbattuti anche in «un rilevante fenomeno di assenteismo» spiega il procuratore di Santa Maria, Corrado Lembo. In sostanza, dipendenti della ex Asl casertana vidimavano il badge marcatempo al posto dei loro colleghi che invece si assentavano dall'ufficio. E come avveniva anche a Messina, il piacere era poi ricambiato. Preso atto di questo sistema truffaldino (molto frequente negli uffici pubblici, come testimoniano le numerose inchieste giudiziarie) la Procura di Santa Maria disponeva l'installazione di due telecamere all'interno della struttura sanitaria. I complici degli assenteisti sono stati smascherati grazie alla tecnologia, ripresi mentre inserivano il badge(che chiamavano le «zucchine») al posto dei loro colleghi. In particolare uno degli indagati non è mai stato «visto» in due mesi di indagine, dalle telecamere. All'elevato numero di indagati di ieri bisogna aggiungere i quattro arrestati del 20 aprile del 2010, sorpresi dai militari casertani mentre inserivano il badge nella macchina marcatempo, per conto di 9 colleghi assenteisti.
Manette e l'accusa gravissima di truffa ai danni dello Stato e denuncia in stato di liberta' per i 9 «lavoratori» (si fa per dire) non presentatisi in ufficio.I carabinieri nell'arco di due mesi, da marzo ad aprile del 2010 hanno accertato 900 casi di vidimazione collettiva. L'Italia che lavora ringrazia finanzieri e carabinieri per un po' di giustizia ottenuta.
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