In ufficio con il nome preferito: la mossa arcobaleno della giunta Sala

Da gennaio, i dipendenti comunali che non si riconoscono nel proprio genere potranno decidere di essere identificati con un nome diverso. Il centrosinistra esulta e punta a estendere il provvedimento

In ufficio con il nome preferito: la mossa arcobaleno della giunta Sala
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ll contrasto all'allarme sicurezza? Il decongestionamento della viabilità urbana nel caos? Le soluzioni all'emergenza abitativa che mette a dura prova le fasce più deboli? Macché. Alla vigilia delle festività, la giunta comunale guidata da Beppe Sala regala ai cittadini milanesi un altro provvedimento di cui probabilmente nessuno (o quasi) sentiva l'urgenza: il via libera alle carriere alias per i dipendenti di Palazzo Marino. Da gennaio, i dipendenti comunali di Milano che non si riconoscono nel proprio genere potranno decidere di essere identificati con un nome diverso, scelto da loro. Il nuovo "nome di elezione" comparirà sul badge aziendale, sulla targa fuori dall'ufficio e come firma di mail e atti amministrativi interni.

Milano è il primo grande Comune italiano ad approvare una delibera di giunta sul tema e per la giunta di centrosinistra questo è considerato un grande traguardo. Secondo Alessia Cappello, assessore alle politiche del lavoro con delega alle risorse umane, si è trattato di "un passo importante e doveroso, di un tema di civiltà che la città del lavoro e dei diritti doveva portare avanti". L'obiettivo - dice la consigliera Pd Monica Romano, che più di un anno fa firmò la mozione sulle carriere alias - è garantire a chi non si riconosce nel genere dichiarato alla nascita di vivere in un ambiente sereno.

Il riconoscimento è frutto della collaborazione con la delegata alle pari opportunità del Comune, Elena Lattuada e il comitato unico di garanzia, con il sì condiviso dalle organizzazioni sindacali. E adesso, secondo inscrezioni di stampa, la giunta guidata da Beppe Sala starebbe già pensando ai prossimi passi da realizzare: estendere le carriere alias oltre i 13mila dipendenti comunali, a cominciare da tutte le partecipate. E poi, più avanti, la traiettoria intrapresa potrebbe portare all'estensione delle carriere alias a tutti i cittadini, ad esempio inserendo il nome di elezione sulle tessere per l'abbonamento dei mezzi pubblici.

Che queste non siano le priorità dei cittadini, tuttavia, lo si capisce girando per Milano e ascoltando le problematiche riscontrate quotidianamente da chi vive e frequenta la metropoli. Le necessità di cui si lamenta la trascuratezza sono numerose e altre, come peraltro dimostrano anche le cronache d'attalità legate alla città ambrosiana.

E non ci risulta che i milanesi chiedano a gran voce di poter accedere alla carriere alias per poter cambiare nome sulle tessere dei mezzi pubblici. Tutt'al più, all'ombra della Madonnina, non si sono ancora placate le polemiche per i rincari sui ticket dei suddetti mezzi.

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