Casa & bottega I mobili? Portano a casa la pelle

Cambiare stile, ma non pelle. É il fil rouge dei mobili Frag, a cavallo fra tecnologia e artigianato da quasi un secolo. «La nostra è una tradizione di famiglia - spiega il ceo, Franco di Fonzo - quella di mia moglie, che lavora la pelle dal 1921. Noi poi siamo di Udine, il distretto delle sedie: anche se ormai non facciamo più solo sedute, ma arredi a 360 gradi, come la scrivania di Adrian Peach e l'appendiabiti di Mist-o, duo italo-giapponese di designer giovanissimi: ma la pelle non manca mai, perché la specializzazione è un atout che non va abbandonato». Così come il fattore umano: «La tecnologia è indispensabile, ma conta moltissimo la bravura dell'operatore. Il cuoio è un elemento naturale, ogni pezzo è diverso dall'altro e bisogna saperlo trattare. Per questo produciamo solo nel nostro stabilimento. Ma vendiamo soprattutto all'estero: leader negli Usa, forti in Francia, Svizzera, Gran Bretagna, in crescita in Germania e con una presenza anche in Russia e in Giappone. Grazie all'export, negli ultimi 5 anni siamo cresciuti a 2 cifre. Nel 2012 abbiamo chiuso con un fatturato di 6 milioni, e prevediamo nel 2013 di superare i 7».
Il nuovo argento. Scommessa vinta per Kme, il colosso paneuropeo di semilavorati in rame, che l'anno scorso ha debuttato nel design aprendo uno showroom a Milano. «Abbiamo avuto migliaia di visitatori - spiega l'ad Riccardo Garrè - e contatti con una miriade di architetti, per edilizia residenziale e per interni». E le «clonazioni» non sono escluse: «A Parigi abbiamo un centro espositivo di formazione, in Germania una vera e propria Academy.

Inoltre continuiamo a sviluppare nuovi materiali: al Salone presentiamo l'ultima collezione, leghe in rame antimicrobico Kme Plus, interpretate in progetti che vanno dal tavolo di Christophe Pillet alle cappe di Elica e addirittura assumono il ruolo dell'argento nell'oggettistica da tavola».


di Laura Verlicchi

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