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Caso Ruby, Ghedini e Longo: illegittimo pubblicare audio Verso denuncia a Repubblica

Gli avvocati di Berlusconi preannunciano una formale denuncia per la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche relative al processo sul "caso Ruby"

Caso Ruby, Ghedini e Longo: illegittimo pubblicare audio Verso denuncia a Repubblica

Dopo la pubblicazione, da parte del sito internet di Repubblica, delle intercettazioni del processo sul "caso Ruby", gli avvocati di Silvio Berlusconi passano al contrattacco presentando una denuncia. Lo annunciano Niccolò Ghedini e Piero Longo, legali dell'ex premier. "Come è noto - spiegano - il comma terzo dell'art. 114 del codice di procedura penale vieta la pubblicazione degli atti del fascicolo del dibattimento fino a quando non sia stata pronunciata la sentenza di primo grado, salvo che non si tratti di atti utilizzati per le contestazioni, così come vieta la pubblicazione degli atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero fino alla sentenza di appello. Come è altrettanto noto le intercettazioni telefoniche nell'ambito del cosiddetto processo Ruby non sono in alcun modo, se non per alcune limitate parti, mai state utilizzate per le contestazioni e ovviamente non è ancora stata pronunciata la sentenza di primo grado".

"La pubblicazione che dalla giornata di ieri sta avvenendo dei file audio, da parte di alcuni quotidiani, che sembrano voler in qualche modo controbilanciare la situazione processuale negativa per la pubblica accusa, in particolare dopo le dichiarazioni di alcuni funzionari di polizia, sta quindi avvenendo - affermano Ghedini e Longo - in palese violazione di legge. Tale comportamento è punito dall'art.

684 del codice penale, reato di modesta gravità ma perseguibile d'ufficio. Nella non stupefacente inoperatività dell`autorità giudiziaria, che appare assai solerte di contro nei confronti del presidente Berlusconi, provvederemo a depositare apposita denuncia, auspicando che vi sia finalmente un intervento volto ad evitare il perdurare dell'illiceità della condotta", concludono i legali di Berlusconi

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