L'europolizia di frontiera è già in bolletta

Il Frontex ha bruciato gli 86 milioni del 2013. E i confini Ue restano colabrodo

Frontex, l'agenzia europea che dovrebbe fermare i clandestini, è in bolletta, nonostante il budget previsto per il 2013 fosse di quasi 86 milioni di euro. Il 37% (oltre 31 milioni) va a finire in stipendi dei 315 membri dello staff e spese amministrative. Ma per le operazioni sul mare, che riguardano da vicino l'Italia, il budget di 20,1 milioni è stato decurtato rispetto al passato di oltre 8. Le spese che attirano l'attenzione non mancano: 325mila euro per intranet, internet e social media, 300mila per le pubblicazioni, 650mila per forum, scambio di informazioni e giornata europea del poliziotto di frontiera. Per non parlare dei 600mila euro previsti per gli interpreti ed 1 milione per la cancelleria con il nuovo logo.

«Abbiamo deciso di riallocare 2 milioni di euro del nostro budget, dando priorità all'Italia e tagliando altre attività. Ma per farlo ci siamo rivoltati le tasche. Ora i nostri fondi per il 2013 sono esauriti» ha dichiarato ieri Gill Arias, vicedirettore di Frontex.

I soldi serviranno a mantenere in vita l'operazione Hermes, che avrebbe dovuto contrastare l'immigrazione clandestina via mare verso l'Italia e scadeva in settembre. In realtà è una mezza bufala. L'operazione si basa sulla sorveglianza aerea del tratto di mare fra il Nord Africa e l'Italia. Nel 2011 c'era una no fly zone a causa dei bombardamenti contro Gheddafi e dopo i pattugliamenti dal cielo non sono serviti a molto nel contrasto dell'immigrazione clandestina o nell'evitare tragici naufragi. Il problema è che delle 14 grosse missioni dell'agenzia europea solo due riguardavano i confini marittimi del nostro Paese.

Nel «programma di Frontex 2013», stilato dal quartier generale di Varsavia lo scorso dicembre, le operazioni sul mare continuano ad ottenere un bella fetta del budget, ma in calo. Per le missioni sulle frontiere terrestri sono stati stanziati quasi 10 milioni di euro, con un aumento di 4 e per quelle sui confini aerei si spendono 2,3 milioni.
Un rivolo di soldi va a finire in «ricerca e sviluppo» per «armonizzare gli standard» (1,3 milioni). L'analisi strategica e del rischio relativi ai clandestini ci costa 1,4 milioni. Eurosur, uno dei più importanti progetti di Frontex sulla sorveglianza comunitaria con sensori, sistemi avanzati, droni e fantasticherie tecnologiche, continua a succhiare milioni di euro, ma era previsto che diventasse ufficialmente operativo solo questo mese dopo anni di avvio.

Per l'addestramento del personale di frontiera sono stati stanziati 4,5 milioni di euro. Ben 200mila per riconoscere veicoli rubati, 280mila a favore di agenti e dei loro cani che sniffano esplosivi e droga oltre a 230mila per insegnare l'inglese alle guardie di confine.

Spulciando le 142 pagine sul budget di Frontex si scopre che per speciali pool, da utilizzare quando serve, è previsto un budget di 1 milione di euro. Il Prn, la rete di ricerca dei pool, che li monitora e scambia informazioni fra i Paesi membri si riunisce 4 volte l'anno e spende 235mila euro.
Frontex è in bolletta, ma negli «approvvigionamenti» previsti per il 2013 non mancano 70mila euro per una nuova automobile.

La rete è sfruttata al massimo. «Per promuovere la missione, i valori e la cultura di Frontex fra i membri dello staff» si spendono 125mila euro per intranet e altri sistemi. Il costo di aggiornamento del sito ufficiale è di 175mila euro. Per i social media il budget previsto è di 25mila euro e la voce «Media analysis», qualcosa di più di una rassegna stampa, prevede un costo di 75mila euro. Le pubblicazioni di Frontex costano 300mila euro comprese le 11 edizioni del «Border Post», periodico sulle frontiere.

Carta, toner e materiale per stampare pesano sul budget per 200mila euro. Anche l'acqua, si suppone minerale, costa: 25mila euro. La spesa del servizio di pulizia è di ben 350mila euro ed i mobili per il quartier generale valgono 400mila. Allo staff non manca una palestra per tenersi in forma con attrezzi per 30mila euro ed una cucina che doveva costare 90mila euro nel 2013.

Altri 125mila euro servono per produrre «due documentari e 6 video brevi per spiegare specifiche attività di Frontex al pubblico». In tempo di vacche magre il milione di euro previsto per la cancelleria con il nuovo logo dell'agenzia suona come una beffa.

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