Corte dei Conti, Cassese promuove il governo: "Giusto limitare il controllo preventivo"

Il presidente emerito della Corte Costituzionale giudica positivamente la decisione del governo di a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti sul Pnrr

Corte dei Conti, Cassese promuove il governo: "Giusto limitare il controllo preventivo"
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"Ha fatto benissimo il governo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti". Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, durante un incontro al Festival dell'Economia di Torino, promuove in pieno l'ultima scelta dell'esecutivo Meloni relativa al Pnrr.

"Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti", spiega Cassese. Secondo il noto costituzionalista "i controlli non possono essere fatti a tappeto, ma devono essere fatti per campione" anche perché è così che si fa in tutto il resto del mondo. I controlli "non possono essere fatti sulla carta, ma - osserva Cassese -devono essere fatti mediante ispezioni in profondità sulle attività da controllare". In Italia, i controlli preventivi e concomitanti "sono una forma di cogestione, di esercizio di un potere", sentenzia il presidente emerito della Corte Costituzionale secondo cui la cogestione presenta due effetti negativi: "deresponsabilizza chi deve essere responsabilizzato e non fa degli effettivi controlli perché con i controlli a tappeto e non a campione non si va in profondità". Ma non solo. Cassese critica anche la Corte dei Conti per aver chiesto al governo "un tavolo di confronto" sulla legge da adottare."Tavolo di confronto è l'espressione che adoperano normalmente i sindacati nei confronti dello Stato", dice il costituzionalista che si chiede: "La può utilizzare quello che è uno dei più grandi corpi dello Stato?". E ancora: "Se si accetta questo tipo di terminologia non si finisce per riconoscere che lo Stato è diventato una specie aggregazione di corporazioni, di interessi e che quindi ha perduto ogni capacità di decisione?".

Intanto, Veerle Nuyts, portavoce della Commissione europea, interpellata sulla vicenda, precisa che la Commissione "non commenta i progetti di legge", come quello sulla limitazione dei controlli della Corte dei conti concomitanti sull'attuazione del Pnrr italiano, ma avverte: "il Recovery necessita un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull'efficienza". Secondo la Nuyts "spetta agli Stati membri osservare e verificare il rispetto del diritto dell'Unione e nazionale". Questo "comprende la ricerca, verifica e correzione efficace di conflitti d'interesse, corruzione e frodi come il doppio finanziamento", sottolinea la portavoce secondo cui, quanto riguarda il Pnrr "l'Italia ha messo in campo un solido sistema di audit e controllo". Sul Pnrr italiano, ricorda la Nuyts, il ministero dell'Economia e delle Finanze "ha creato un meccanismo di audit ad hoc per controllare specificamente l'utilizzo dei fondi del Recovery".

E ancora: "Sono state prese anche misure per rinforzare la capacità amministrativa degli organismi coinvolti", ha detto nel briefing con la stampa. "Quando c'è una domanda di pagamento le autorità degli Stati membri devono presentare una 'dichiarazione di management' che certifica il buon funzionamento a livelli di audit e controlli", ha concluso.

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