Quello che non vi hanno detto sulla fornaia antifà

La manifestazione di Ascoli Piceno e quel povero prete anti-Bergoglio che nessuno si fila

Quello che non vi hanno detto sulla fornaia antifà
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Che bello vedere le immagini della piazza antifascista di Ascoli. Che bello vedere Lorenza Roiati, fornaia barricadiera, tutta farina e partigiani, nipote di combattenti, fedele alla causa, scaltrissima nell’uso dei social e fenomenale nel trasformare il nulla in una bolla di sapone. “Ieri partigiani oggi antifascisti”, stava scritto sullo striscione che ha aperto il corteo promosso dall’Anpi. C’erano tutti: la Cgil, gli studenti universitari, quelli medi, i comitati, gli amici, i clienti, i Pro-Pal. "Questa è una risposta spettacolare perché gli antifascisti sono spettacolari - ha declamato Lorenza - questa è la risposta dal basso, la risposta che deve venire da tutte le città, da oggi in poi”. Bene. Bravi. Bis.

Solo una domanda: ma a cosa dovevano rispondere?

Si dirà che la piazza s’è mossa per quegli striscioni “minacciosi” apparsi davanti all’Assalto ai forni. Ma non è così. La pietra dello scandalo era e resta "l'indecente" identificazione da parte delle forze dell’ordine della titolare del forno, la quale in occasione della Liberazione aveva appeso uno striscione con su scritto “25 Aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo”. Identificazione. La bravura di Lorenza sta tutta qui: nell’aver trasformato una banale richiesta di generalità in una fascistissima operazione poliziesca in stile Gestapo, sorvolando sul fatto che le richieste degli agenti non hanno portato a nulla. Nessuna multa. Nessuna rimozione dello striscione. Niente olio di ricino.

Ci saremmo aspettati, però, un minimo di coerenza. Un po' di lotta comune, di battaglie universali per il diritto di tutt* e tutt* a dissentire. Se va considerato un sopruso chiedere ad un fornaio antifà se si assume la paternità (o la maternità?) di un lenzuolo appeso al palazzo, allora lo stesso deve valere per chiunque venga “identificato per un nonnulla”. Dovete sapere che un paio di giorni fa un sacerdote canadese si è rivolto ai cardinali che entravano in Vaticano chiedendo loro di non eleggere “un Papa modernista come Bergoglio”. Scrive Repubblica che “il prete è stato poi avvicinato dagli uomini della polizia presenti in piazza a cui ha mostrato i documenti”. Capito? Identificato, pure lui.

Eppure per il povero sacerdote canadese, orgogliosamente anti-Francesco, ribelle contro il potere costituito, non ci saranno cortei, manifestazioni, interviste tv ed editoriali petalosi.

Quello che i fan di Lorenza non dicono è che gli agenti si sono comportati come fanno con centinaia di migliaia di persone ogni giorno, destri o sinistri, bianchi o neri, preti anti-Bergoglio inclusi. Ma nessuno di loro mette su un simile cancan.

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