Chi è

Flavia Perina, 51 anni, dal 2005 è direttrice del Secolo d’Italia ed è una delle poche donne alla guida di un quotidiano in Italia. Sul foglio che fu di Alleanza nazionale, dà voce alla destra e alle donne, portando avanti quel concetto di «femminismo di destra» (anche se lei nega ogni interesse femminista) già maturato negli anni Ottanta, quando fu tra le fondatrici del mensile Éowyn (dal nome di una principessa creata da Tolkien nella sua trilogia del «Signore degli anelli», riferimento tradizionale del Pantheon della destra moderna). Fin da giovanissima milita nelle organizzazioni del Movimento sociale, aderendo al Fronte della gioventù. Per questo motivo deve lasciare l’università: «Gli anni ’70 sono stati un incubo», confessa. Passa un mese in carcere dopo la morte di Walter Rossi e viene accusata più volte di apologia del fascismo; è amica della famiglia Rauti e di Francesca Mambro.

Fatti del passato, tanto che nel 2006 perfino il giornale del Pdci, Liberazione, la intervista. Da quell’anno la Perina è anche deputata di centrodestra (prima di An, dal 2008 del Pdl). È membro della commissione Cultura, scienza e istruzione.

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