Politica

Chi vuole il Monti bis? Da Moody's alla Merkel ecco tutti i supporter

Dopo l'apertura del Prof, i poteri forti scendono in campo per sostenerlo. Moody's e la Merkel lo promuovono, Marchionne lo loda e i vescovi strizzano l'occhio

Non più semplici supporter. I fan di Mario Monti sono diventati una vera e propria rete politico-economica pronta a sostenerlo nel bis a Palazzo Chigi. Dopo lunghe settimane di indiscrezioni, mezze verità e troppe smentite, anche il Professore ha aperto a un'eventuale sua ricandidatura: "Non mi presenterò alle elezioni, non ce n’è bisogno perché sono senatore a vita - ha fatto sapere il premier - ma sarò là e, se si creeranno circostanze per cui potrò dare un aiuto dopo le elezioni, non precludo nulla" (leggi l'articolo). Dall'interno del governo non trapela niente, ma esternamente i poteri forti dell'Eurozona, la finanza e la Santa Sede stanno esprimendo il proprio appoggio.

La politica si è già divisa. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, principale sostenitore del Monti bis in parlamento, ha subito accolto con soddisfazione l'apertura dell'attuale premier. Silvio Berlusconi, invece, si è dimostrato più tiepido e ha preferito tenersi le mani libere e vedere "prima le urne". A perdere le staffe è stato, invece, il partito di Pier Luigi Bersani che ha accolto con nervosismo le dichiarazioni di ieri. "Non può andare avanti senza maggioranza", ha sbottato il segretario del Partito democratico. E, mentre la politica si prepara alla campagna elettorale in vista delle prossime elezioni, scendono in campo anche i poteri forti. E quelli, si sa, stanno al fianco di Monti. Il portavoce della cancelliera tedesca Steffen Seibert ha subito sottolineato che Angela Merkel "ha sempre lavorato bene con il premier italiano". E ancora: Moody's si affretta a metterci la sua firma."Il premier ha fatto un lavoro ammirabile nel guidare l’Italia attraverso il periodo economico straordinariamente difficile. Il paese beneficerebbe dalla prosecuzione della sua leadership se le elezioni finissero in pareggio. È fondamentale capire in che direzione andrà l’Italia, e se il prossimo governo sarà altrettanto impegnato nelle riforme strutturali e la disciplina fiscale", ha spiegato è Mark Zandi, chief economist dell'agenzia di rating, in una intervista alla Stampa (leggi qui). Martedì sera Zandi era tra i pochi invitati allla cena ristretta con Monti e il segretario al Tesoro Geithner. Secondo chief economist di Moody's, il Professore avrebbe convinto gli investitori presenti alla cena che vale la pena di scommettere sull’Italia: "Mi pare che tutti si siano alzati da tavola molto incoraggiati dalle spiegazioni che ha dato sul vostro processo politico".

In Italia, invece, al di là della politica, è stato l'amministratore delegato Sergio Marchionne ad accogliere con estremo favore l'eventualità di un Monti bis. "Sarebbe un passo avanti per il paese - ha detto oggi il numero uno del Lingotto - darebbe credibilità e toglierebbe molta incertezza". Come aveva già detto nelle scorse settimane, il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi ha spiegato che il Monti bis è solo una delle possibilità presenti sul tavolo: "Ma al di la dei nomi all’Italia serve un governo solido, affidabile e di gente credibile e che abbia una base politica". Insomma, la rete che sostiene Monti sembra farsi sempre più resistente. Anche la Santa Sede strizza l'occhio. Monsignor Mariano Crociata ha spiegato che la Cei non si occupa di nomi, ma auspica "una coesione accresciuta tra chi ha a cuore il bene del Paese". Tuttavia, ieri sera, è stato lo stesso presidente del Consiglio ad escludere apertamente e platealmente la candidatura alle elezioni. Per dirla in parole povere: non vuole passare al vaglio degli elettori.

"Se Monti vuole candidarsi, siamo in democrazia - ha avvertito Daniela Santanchè - ma basta al tutti insieme appassionatamente, chi lavora per questo schema pensa che «poi Monti li farà ministri".

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