Milano Vuole spiegare di persona ai giudici della Cassazione perché, quando gli tocca fare da imputato davanti ai loro colleghi di Milano, si senta già condannato in partenza: per questo Silvio Berlusconi ha chiesto il rinvio dell'udienza fissata per domani a Roma. Alla stessa ora in cui davanti alla Sesta sezione penale della Cassazione si dovrebbe discutere della sua richiesta di trasferire a Brescia i due processi in corso a Milano contro di lui, il Cavaliere è infatti impegnato a poco più di un chilometro di distanza, nell'aula di Montecitorio dove il Parlamento in seduta congiunta è convocato per la prima seduta per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Ma, secondo quanto riferito in serata dall'agenzia Agi, la Cassazione si prepara a dargli torto: vada pure in Parlamento, direbbero in sostanza i giudici, la sua presenza qui non è necessaria.
Si tratta, in realtà, di un tema inesplorato, perché è inconsueto che a udienze di questo genere partecipino i diretti interessati, ovvero gli imputati. Lo stesso Berlusconi, quando nel 2003 chiese una prima volta la rimessione dei suoi processi, non si presentò. Ma ora, evidentemente, la situazione è mutata. Il Cavaliere vuole esserci. La Cassazione, a quanto pare, non è d'accordo. Ma l'udienza potrebbe saltare ugualmente perché ad essere impegnati a Montecitorio sono anche i legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo: e sul loro buon diritto di essere presenti all'udienza non pare che ci piova.
Se la richiesta di rinvio venisse accolta, l'effetto si ripercuoterebbe sui due processi in corso a Milano, che dovrebbero ripartire sabato e lunedì, e cui toccherebbe slittare ancora.
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