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Chiuse le inchieste, ora il pallone trema

Tre procure hanno in mano una lista di partite comprate. E dai pm di Bari attesi a giorni sviluppi clamorosi

Chiuse le inchieste,  ora il pallone trema

Dal catenaccio alle manette: sono tre le Procure che a brevissimo stravolgeranno il mondo del calcio sporco che più sporco non si può. C'è l'indagine-madre di Cremona su Beppe Signori e Cristiano Doni che ha «partorito» nuovi filoni devastanti che vedranno la luce al massimo dopo Pasqua. Ma ci sono anche (e soprattutto) gli esplosivi fascicoli di Napoli e Bari. Nei prossimi giorni, scaduti i tempi supplementari delle indagini, proprio dal capoluogo pugliese potrebbero vedere la luce le ultimissime novità collegate ai riscontri trovati incrociando interessi della Sacra Corona Unita, «zingari», giocatori e società corrotti. I pm baresi hanno indagato, finora, 17 persone tra cui sei ex calciatori del Bari (Alessandro Parisi, Simone Bentivoglio, Marco Rossi, Abdelkader Ghezzal, Marco Esposito e Andrea Masiello), tre gangster e alcuni tifosi.

Il sospetto è che quasi il 50 per cento del campionato 2010/11 dei biancorossi sia stato messo all'asta. Più dei nove match già sott'osservazione, come Bari-Chievo (1-2), Parma-Bari (1-2), Bari-Sampdoria (0-1), Palermo-Bari (1-2), Bologna-Bari (0-4), Udinese-Bari (3-3), Brescia-Bari (2-0), Bari-Roma (2-3) e Bari-Lecce (0-2). In quest'ultimo incontro, che per ovvii motivi rischia di incendiare le tifoserie rivali, non ci sarebbe lo «zampino» degli zingari, ma addirittura un accordo (da 300mila euro). Nelle carte processuali si fa inoltre riferimento a Lecce-Lazio (2-4) e a match delle serie minori, tra cui Taranto-Benevento. Nel filone barese, oltre al Bari, le posizioni più critiche sembrano essere quelle di Samp e Lecce. Ma ci sono anche clamorose new entry. I magistrati, che procedono per frode sportiva, associazione mafiosa e riciclaggio, avrebbero esteso le indagini anche ai dirigenti di alcune squadre, con cui i giocatori corrotti sarebbero entrati in contatto alla vigilia delle partite sospette. Novantesimo scaduto anche a Cremona per il «terzo tempo» dell’inchiesta sul calcioscommesse. Attualmente, gli indagati sono 120 (compresi i 41 giocatori tirati in ballo nel suo interrogatorio da Carlo Gervasoni), mentre al centro dell'inchiesta c'è il tentativo, da parte degli «zingari», di comprare squadre di B o di C1 (il Como o il Grosseto) e di influenzare anche i campionati europei, compresi i preliminari di Champions League ed Europa League, oltre ad alcuni match tra nazionali come Argentina-Bolivia, Estonia-Bulgaria e Lituania-Bolivia. I pm di Cremona sono convinti che la gang degli asiatici abbia manipolato, o cercato di farlo, almeno 200 incontri dei campionati minori di Germania, Ungheria, Bosnia, Slovenia, Croazia, Svizzera, Francia e - ovviamente - Italia. A Napoli le inchieste esplosive sono due. La prima riguarda le partite pilotate dal clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia in Italia e all'estero e il riciclaggio di denaro sporco nelle agenzie di scommesse gestite dalla camorra. I pm antimafia, che indagano su 150 match «anomali», hanno messo sott'inchiesta pure Hector Cuper, ex mister di Inter e Parma e attuale allenatore del Racing Santander, accusato di aver passato ai boss 4 soffiate (poi rivelatesi fasulle) sui campionati spagnoli e argentini in cambio di 200mila euro. Gli approfondimenti investigativi sulla serie A italiana sarebbero una decina: in quest'ambito, i magistrati hanno ascoltato come testimoni - tra gli altri - Alberto Malesani, Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis. La seconda inchiesta è nelle mani del pool «Reati da stadio» e si sta concentrando, in particolare, su tre partite giocate dal club azzurro: Napoli-Parma (2-3), Sampdoria-Napoli (1-0) del 2010 e Lecce-Napoli (2-1) del 2011. In questo filone, in cui risulta indagato anche il giornalista sportivo Gianluca Di Marzio, è confluito pure il fascicolo ad alto voltaggio sulla presenza del boss Antonio Lo Russo a bordocampo durante alcune partite del Napoli e sulle puntate blindate a cinque zeri del clan degli «scissionisti» su cui i carabinieri di Castello di Cisterna, già nel 2010, avevano aperto un'inchiesta.

Chiudono il giro (giudiziario) d'Italia le indagini aperte da Reggio Calabria a proposito di alcuni club controllati dalla 'Ndrangheta (Locri, Crotone e Rosarno) e di una serie di partite pilotate, anche con club campani, in serie D.

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