Vera Slepoj è psicologa e psicoterapeuta.
Che cosa rappresenta il tacco per una donna in crisi sentimentale?
«È il segno di una rottura con ogni tipo di mediazione, una risposta estrema».
In che senso, scusi?
«Nel senso che una donna ha tre opzioni: può scegliere tra tacchi alti, bassi e medi. Se decide per i dodici centimetri ha fatto una scelta precisa che non ammette compromessi. È come se volesse gridare al mondo: Vado in vetta, senza timori, affrontando il mondo a testa alta».
Ma comprare un paio di scarpe col tacco non è anche un modo per prendersi cura di sé?
«Questo genere di acquisti può giocare un ruolo importante per l'elaborazione del lutto. Come il taglio dei capelli. È un modo per rimettersi in gioco, e anche per dire che si è di nuovo disponibili alla seduzione. Però la cura di sé non passa necessariamente attraverso l'estetica. Anzi: il mondo femminile spesso sacrifica il benessere proprio in nome della bellezza».
Quindi niente scarpe alte quando si è in crisi...
«Non è che chi sta male deve andare in giro in gramaglie, ma se si pensa di ricominciare solo dalle scarpe è un problema. Si diventa schiave di uno schema estetico».
Eppure sono tante le donne che fanno così
«È normale, soprattutto da parte di chi, durante una relazione sentimentale, ha rinunciato a molto, ha accettato di cambiare ruolo, e ha modificato se stessa. Quando il rapporto è finito, allora si tende a voler riprendere ciò di cui si è fatto a meno per tanto tempo».
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