C'è il primo edificio sostenibile d'Italia pensato per un uso non residenziale: la Casa della danza e della musica. E pure la prima mensa sostenibile del nostro Paese: una macchina da guerra che sforna 140mila pasti l'anno, offre un ventaglio di 6-7 differenti menu e fa risparmiare 40 tonnellate di anidride carbonica. E c'è un polo culturale, il Mulino di Vione, inaugurato giusto ieri con il recupero di una cascina cistercense del XII secolo. Basiglio, un puntino nell'hinterland milanese, è un comune in controtendenza nell'Italia delle pubbliche amministrazioni spiaggiate dalla crisi e con i conti in profondo rosso. «Abbiamo vinto i nostri premi - spiega il sindaco uscente Marco Flavio Cirillo - e siamo anche nella lista dei 143 comuni più virtuosi d'Italia».
Ma sui giornali, dall'Espresso al Fatto, Cirillo e la sua amministrazione ci sono andati e ci vanno per una sola ragione: per il peccato originale chiamato Berlusconi. Basiglio vuol dire Milano 3 e a Milano 3 i Berlusconi, Silvio e Paolo, sono di casa da sempre e le case le hanno tirate su a partire dagli anni 70.
Dunque, tutto quello che si muove nel borgo è sospetto per definizione. E oggi i titoloni della grande stampa incrociano come spade due notizie ghiotte per l'antiberlusconismo militante: la nomina del pidiellino Cirillo a sottosegretario all'Ambiente; la decisione della giunta Cirillo di approvare una lottizzazione da 300mila metri cubi in cui la parte del leone la fa la Leonardo di Paolo e Alessia Berlusconi.
Così, scatta il solito riflesso pavloviano e tutto quello che succede in questo lembo di territorio alle porte di Milano viene letto come una gigantesca speculazione, come un favore fatto agli amici degli amici, che poi sono sempre e solo loro due, Silvio e l'editore del Giornale Paolo, con l'aggravante che Cirillo, entrerebbe nel governo Letta come longa manus del partito del mattone azzurro.
Peccato che le cifre e l'operazione che andrà in porto nei prossimi dieci anni consegnino una realtà diversa che proietta invece Basiglio nel futuro. E offre un modello di sviluppo pragmatico fin che si vuole ma assai interessante in questi tempi grami. «Intanto - spiega Cirillo - i terreni in questione sono aree degradate, urbanizzate, già edificabili e non vincolate in alcun modo. Non appartenevano al Parco Sud, non erano destinate a verde pubblico e nemmeno ad uso agricolo». Ma questo è solo un aspetto della storia. Il capitolo più interessante e ambizioso è un altro: il Piano di governo del territorio, nella cui cornice rientra la lottizzazione, prova a coniugare la crescita e gli interessi, diciamo pure gli appetiti, dei privati con le esigenze della cittadinanza e delle amministrazioni alle prese con il guinzaglio corto, sempre più corto, di bilanci stentati. «Invece di lasciare quelle aree in stato di abbandono - riprende Cirillo - le si valorizza: l'85 per cento tornerà come verde attrezzato e parchi pubblici, e solo il 15 per cento avrà una destinazione residenziale con un incremento della popolazione di 1.500 abitanti nei prossimi dieci anni. E con un consumo del suolo pari a zero, come certificato dalla Provincia. In cambio i privati ci garantiranno 40 milioni di euro di interventi che, altrimenti, nella situazione di oggi, sarebbero fantascienza. Con quei 40 milioni realizzeremo un liceo, la centrale per il teleriscaldamento, riapriremo il centro sportivo, lo Sporting, oggi malinconicamente chiuso con le sue piscine e i suoi campi da tennis, garantiremo un ulteriore miglioramento dei servizi che già oggi sono al top». Come il radiobus che accorcia le distanze dalla metropoli e che proprio Milano sta per mandare in pensione, causa cronica insufficienza di soldi. Marco Cirillo ha fatto causa a Giuliano Pisapia per l'area C: «Gli abitanti di Basiglio che devono andare in centro a Milano sono stati abbandonati al loro destino».
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