L’europarlamentare Silvia Sardone Cisint (Lega) ha presentato un’interrogazione formale alla Commissione europea per chiedere chiarimenti su presunti rapporti tra rappresentanti delle istituzioni dell’Unione e soggetti finiti al centro dell’inchiesta Hannoun, legata a ipotesi di finanziamento illecito di organizzazioni terroristiche. L’iniziativa nasce dai fatti avvenuti il 27 dicembre scorso e dalla diffusione, sui media, di immagini e informazioni che lascerebbero intravedere una possibile vicinanza tra ambienti istituzionali europei e persone riconducibili all’indagine. Un quadro che, secondo l’esponente della Lega, impone una verifica immediata nell’interesse della sicurezza dell’Unione.
Nell’atto parlamentare, Cisint chiede alla Commissione come valuti tali contiguità, se siano state avviate verifiche ufficiali sull’autenticità delle informazioni emerse e sulla natura dei rapporti intercorsi, e se nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti illeciti possano risultare coinvolti, anche indirettamente, fondi dell’Unione europea. L’interrogazione sollecita inoltre chiarimenti sugli strumenti di controllo, prevenzione e sanzione da attivare nel caso in cui emergano situazioni incompatibili con i valori, gli obblighi e la sicurezza dell’UE da parte di rappresentanti istituzionali.
Nelle dichiarazioni che accompagnano l’iniziativa, l’eurodeputata afferma che "la sinistra continua a mantenere una vicinanza politica e culturale con ambienti che sfiorano il sostegno al terrorismo", accusandola di favorire soggetti che, a suo dire, non dovrebbero nemmeno risiedere in Italia e di agire contro gli interessi nazionali, mettendo a rischio la democrazia.
Cisint rivendica una battaglia portata avanti da anni contro il radicalismo islamico, denunciando di aver subito nel tempo insulti e minacce, anche di morte.
Ringrazia quindi Matteo Salvini per il sostegno ricevuto e rilancia le proposte legislative della Lega: una stretta sui ricongiungimenti familiari, il divieto del velo integrale nei luoghi pubblici, l’istituzione di un Osservatorio anti-radicalizzazione, la chiusura delle moschee abusive e la creazione di un registro dei luoghi di culto e degli imam. «Forse è tardi — conclude — ma possiamo ancora intervenire. È il momento di muoverci».