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"Pd partito delle tasse". Renzi chiude la porta alla Schlein

Dalla Leopolda, Matteo Renzi allontana qualunque ipotesi di alleanza con il Pd a Firenze: "Ha cambiato posizione rispetto al passato"

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A Firenze è il weekend della Leopolda e Matteo Renzi gioca il ruolo del mattatore con il "suo" popolo. Non sono mancate, da parte del segretario di Italia viva, frecciatine e riferimenti non troppo velato al suo ex partito, il Pd, che ormai con Elly Schlein naviga a vele spiegate verso le braccia di Giuseppe Conte e del Movimento 5 stelle. Facendo riferimento a Firenze, la sua città, Renzi ha spiegato ai microfoni di una televisione locale che "col Pd è finita perché il Pd ha cambiato posizione rispetto al passato".

Nello specifico, ha proseguito l'ex premier, "il Partito democratico di Firenze è il partito che fa cassa con multe. A me questa è una cosa che fa uscire di testa. Noi non tassiamo i cittadini che vanno a 51 km l'ora su una strada a quattro corsie". Non è nulla di diverso rispetto a quello che, per esempio, fa il sindaco Beppe Sala a Milano. "I soldi delle multe vanno messi sulla sicurezza stradale", ha aggiunto Renzi, sottintendendo che da parte di Palazzo Vecchio i proventi delle multe vengano impiegati per altri scopi. E sempre puntando il dito contro l'attuale governance del Comune gigliato, il segretario di Italia viva dal palco della Leopolda è tornato a parlare del tema dello stadio della Fiorentina. "Vorrei lanciare ancora un appello perché in questa città prendere 55 milioni di euro che arrivano dall'Europa e metterli nello stadio di una società di serie A quando abbiamo i problemi delle palestre, degli impianti, delle scuole, degli ospedali, delle periferie, mi sembra un assurdo", ha detto ancora Renzi.

"Siano i privati a finanziare gli stadi e mettiamo i soldi dei contribuenti negli impianti dello sport che servono come ascensore sociale, e lo dice un tifoso della Fiorentina", ha aggiunto l'ex premier, sottolineando la sua fede calcistica. Sull'uso dei fondi del Pnrr a Firenze c'è grande polemica ormai da anni. Quindi, tornando sul tema del lavoro, il segretario di Italia viva ha continuato a professare le sue opposte a quelle del Pd, sottolineando che "è centrale il tema del salario d'ingresso, non quello del salario minimo". Ma ora tutti i partiti, compreso quelli di Renzi, guardano alle elezioni europee che si terranno fra tre mesi: "Noi faremo sicuramente più del 4%.

Ci siamo dati come obiettivo il 5%, poi vediamo se riusciamo a fare di più".

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