Politica

Travaglio e l'ossessione "delinquente"

Dalla bocca di Marco Travaglio, che col massiccio ritorno dei talk show rispunta ovunque, soprattutto su La7, da Otto e mezzo a La Gabbia, esce ormai sempre e soltanto la parola "delinquente"

Travaglio e l'ossessione "delinquente"

Col massiccio ritorno dei talk show rispunta, come la chiama nei suoi editoriali Marco Travaglio, «la puttanata»: la bugia, la provocazione, la battuta per contrastare o zittire l'avversario. E «la puttanata», dice Travaglio, esce sempre dalla bocca di qualcuno del Pdl. Ecco, noi ne sentiamo tante uscire anche dalla bocca di chi del Pdl non è.

E dalla bocca di Marco Travaglio, che col massiccio ritorno dei talk show rispunta ovunque, soprattutto su La7, da Otto e mezzo a La Gabbia, esce ormai sempre e soltanto la parola «delinquente», ripetuta, ribadita, scandita, con piacere ossessivo-compulsivo, non a definire una «verità processuale» ma la propria vita professionale. Lui è un delinquente, io avevo ragione. Forse lui è davvero un delinquente, ma forse avevamo ragione noi quando pensavamo che Travaglio è un invasato. Come l'Ispettore Zenigata, ossessionato dal pensiero di arrestare Lupin, che urla per dieci anni e cento puntate «Ladro! Ladro!», e quando infine riesce a sbatterlo dietro le sbarre, impazzisce. Pensando di aver dato senso alla propria vita, si accorge che non ne ha più alcuno. E non gli rimane che ripere «Delinquente, delinquente, delin..». E poi?

Marco Travaglio è, ma davvero, un grande giornalista. Non come quei «tali» che scrivono sui giornali, o sul Giornale. Ma temiamo gli faccia difetto - se possiamo appuntare una nota a margine della sua straordinaria carriera - l'ossessione. Che come è noto fa perdere lucidità. L'antiberlusconismo ci può pure stare: lui doveva pur campare e ne ha fatto un ricco business. Ma l'antiberlusconismo con la bava alla bocca fa solo del male. Alla verità dei fatti, al clima del Paese, e alla salute di chi lo propugna ogni minuto, in ogni pezzo, a ogni talk show, a ogni festival, in ogni piazza. Il Travaglio ossessionato dal «delinquente» Berlusconi, dice e fa cose pessime e inutili, mediaticamente. Si rivela quello che è (sempre stato): più che un cronista giudiziario in cerca della verità, un commissario di polizia a caccia del proprio nemico personale. Che rischia di diventare un fantasma. Inafferrabile. Tanto che nell'ultima puntata, l'Ispettore Zenigata, quando ha finalmente sbattuto in gabbia Lupin, rimane muto, con gli occhi pallati, biascicando «Delinquente, deliquente», delinq...

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