RomaIl fatto è che si può fare. Nessuno può dirlo chiaramente, perché la campagna elettorale ha le sue regole ferree e guai a dar ragione al nemico. Epperò il fronte di chi ha derubricato gli impegni fiscali di Silvio Berlusconi alla pagina degli spettacoli qualche crepa la mostra. Perché tutti sanno che si può fare. Si può abolire l'Imu sulla prima casa. Si può addirittura restituire il maltolto. Si può fare anche il condono fiscale. Tutti lo sanno, nessuno può dirlo. A parte il Cavaliere.
Il primo a rompere il fronte, ovviamente a modo suo, è stato Matteo Renzi, che lunedì sera a Otto e Mezzo ha sciorinato il suo teorema: «La proposta di Berlusconi di togliere l'Imu non è illogica, e fattibile, sono 4 miliardi di euro, se avessero fatto pagare le quote latte in modo onesto a quel gruppo di agricoltori del Nord oggi potremmo risparmiarci l'Imu». Quindi, basta «ironizzare quando Berlusconi colpisce temi veri come la pressione fiscale troppo alta e il settore edilizia che è bloccato». Naturalmente diverso è il discorso quando dalla promessa si passa al promettente: «Berlusconi dice una cosa seria e la sua credibilità che non è all'altezza della proposta».
Anche da Sofia Ventura, stimata accademica e politologa liberale di area finiana è arrivato un chi-va-là. Poche ore dopo la proposta del Cavaliere, ha ammonito così i suoi follower su twitter: «Quanta ironia su #propostashock. Sicuri ci sia tanto da ridere?». E poi, a chi parlava di voto di scambio: «Trovo intellettualmente poco corretta la confusione tra promesse elettorali e voto di scambio. Così tutto diventa voto di scambio». Messaggi un po' da decodificare, che però sanciscono il fatto che Berlusconi abbia colto nel segno proponendo la restituzione dell'Imu.
Anche il morente governo Monti in qualche modo ha avallato il progetto di Berlusconi. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, incaricato di trattare l'accordo fiscale Italia-Svizzera che permetterebbe di rientrare abbondantemente del malloppo-Imu restituito, qualche settimana fa garantiva che il lavoro del cosiddetto gruppo di pilotaggio italo-svizzero è ormai «incanalato» e presto raggiungerà gli obiettivi auspicati. E da Berna non sembrano voler mettersi di traverso. Anzi, auspicano «che il periodo elettorale in Italia non interrompa i negoziati». Ripetiamo il mantra: si può fare.
E ieri anche sulla seconda proposta shock di Berlusconi è arrivato un eccellente imprimatur. «Il condono fiscale ha motivazioni intuitive e fondate», ha detto il procuratore generale della Corte dei conti, Salvatore Nottola, precisando poi: «Sulle politiche del governo non posso intervenire. Ma il condono ha delle ragioni: deflazionare il contenzioso e realizzare introiti in tempi rapidi. Si tratta di motivazioni intuitive e fondate». Parole talmente esplicite da spingere Nottola a precisare che le sue parole non andavano intese come un «avviso favorevole al condono fiscale». Una retromarcia poco convincente rispetto all'epigrafe scolpita nel marmo di poche ore prima, che ha fatto così ironizzare Maurizio Gasparri: «E adesso Monti accuserà anche la Corte dei Conti di far aumentare lo spread e destabilizzare il mercato?». Il tema, certo, è controverso e qualche voce perplessa si leva dagli alleati di Berlusconi.
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