Consulta, schiaffo alla sinistra: l'abrogazione dell'abuso di ufficio non è incostituzionale

Infondate le questioni sollevate dalla Cassazione e tredici 13 giudici di merito sulla presunta violazione della Convenzione Onu contro la corruzione

Consulta, schiaffo alla sinistra: l'abrogazione dell'abuso di ufficio non è incostituzionale
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La Consulta ha messo la parola fine alla propaganda della sinistra: l'abrogazione dell'abuso d'ufficio non è incostituzionale. La Corte ha esaminato in camera di consiglio le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di Cassazione, sull'abrogazione del reato di abuso d'ufficio ad opera della legge numero 114 del 2024 e ha ritenuto ammissibili le sole questioni sollevate in riferimento agli obblighi derivanti dalla Convenzione Onu contro la corruzione (la cosiddetta Convenzione di Merida). Ebbene, i giudici hanno dichiarato infondate tali questioni, ritenendo che dalla Convenzione non sia ricavabile né l'obbligo di prevedere il reato di abuso d'ufficio, né il divieto di abrogarlo ove già presente nell'ordinamento nazionale. La motivazione della sentenza sarà pubblicata nelle prossime settimane

La Consulta ha dunque dato il disco verde all'abolizione del reato di abuso d'ufficio previsto dalla riforma varata dal ministro Carlo Nordio. Con buona pace dei forcaioli e di tutti coloro che hanno accusato il governo di essere complice dei criminali. "Legittimamente, dunque, si è scelto di abrogare una fattispecie di reato molto gravosa nell'economia della giustizia, comportando oltre il 90% tra assoluzioni, archiviazioni e proscioglimenti, a fronte di danni gravissimi all'apparato amministrativo e, di conseguenza, ai cittadini" il primo commento del viceministro della Giustizia e senatore di Forza Italia Francesco Paolo Sisto: "Per troppi anni la 'paura della firma' ha paralizzato la mano dei decisori pubblici, bloccando scelte e decisioni. Senza dimenticare che il nostro bagaglio legislativo contiene in sé numerose armi per contrastare la corruzione. Il principio di fondo che abbiamo voluto affermare, in virtù di una riflessione ispirata da competenze ed equilibrio, è dunque legittimo, e oggi ne abbiamo la più autorevole delle conferme".

Di decisione "sacrosanta" ha invece parlato il presidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri, che ha puntato il dito contro magistrati e politicanti che "avevano costruito anche su questo tema una narrazione intrisa di bugie". I numeri non lasciano grandi margini di interpretazioni: nel 2021 su 4.745 indagati per abuso d'ufficio, 4.121 sono stati archiviati, mentre nel 2022 su 3.938 indagati sono stati archiviati 3.536.

Gasparri ha aggiunto sul punto: "Era una norma non necessaria perché si possono combattere i fenomeni di corruzione con le norme vigenti senza ulteriori bardature che portano soltanto a una paralisi burocratica. Hanno torto tutti i nostri detrattori, i magistrati ed i politici che hanno contestato questa decisione. Hanno fatto la loro consueta figuraccia. La Corte costituzionale ha assunto una decisione corretta”.

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