Ora Conte si rifà sugli ex cinque stelle: "Tirate fuori i soldi"

Il partito chiede agli ex parlamentari grillini, la maggior parte dei quali confluiti in Impegno Civico di Di Maio, la restituzione degli arretrati con tanto di interessi

Ora Conte si rifà sugli ex cinque stelle: "Tirate fuori i soldi"

È tempo di fare i conti in casa Cinque Stelle, nel senso letterale del termine: Giuseppe Conte annuncia infatti via missiva di voler battere cassa e chiede la restituzione degli arretrati.

Le raccomandate

Le "cartelle esattoriali" dell'ex premier, secondo quanto riferito da Repubblica, sarebbero state compilate con la preziosa collaborazione del tesoriere del Movimento Claudio Cominardi e inviate subito dopo le festività. Dentro la calza della Befana, quindi, gli ex parlamentari grillini che devono ancora restituire denaro da immettere nelle casse del partito, hanno trovato delle spiacevoli raccomandate. Si tratta di messaggi inviati ai politici che hanno abbandonato il Movimento, in gran parte a coloro che hanno seguito Luigi Di Maio nella sua fallimentare esperienza di Impegno Civico, coalizione politica che non ha reso quanto si aspettava l'ex ministro degli Esteri alle politiche dello scorso settembre.

Messaggio chiaro

Quale sia il contenuto della lettera è palese fin dalla lettura dell'oggetto della stessa: "Regolarizzazione posizione contributiva. Intimazione ad adempiere e costituzione in mora". A seguito del taglio del finanziamento pubblico ai partiti, battaglia sostenuta dagli stessi grillini, anche il Movimento Cinque Stelle aveva iniziato a chiedere ai propri eletti la restituzione di una parte dei compensi percepiti con l'obiettivo di sostenere le attività del gruppo. Una via percorsa da tante realtà politiche italiane. A differenza degli altri partiti, tuttavia, il M5S aveva domandato ai suoi il versamento di una seconda quota, che avrebbe dovuto invece alimentare un fondo destinato a finanziare microimprese e associazioni di solidarietà

Stando a quanto riportato da Repubblica, nella raccomandata post festività si chiede ai parlamentari fuoriusciti dalla compagine grillina di rifondare sia le quote non versate previste per le restituzioni, pari a 2mila euro mensili, che quelle destinate a sostenere i meccanismi del partito (circa mille euro ogni 30 giorni), a titolo di "mantenimento delle piattaforme tecnologiche, scudo della rete, comunicazione e altre spese generali".

Sollecitazione e minacce

Oltre al codice Iban, necessario per avere le giuste coordinate bancarie in cui effettuare il versamento della cifra richiesta, con tanto di interessi, la raccomandata contiene anche una poco velata minaccia agli ex colleghi di partito."La invitiamo a provvedere immediatamente al saldo pagando, oltre al capitale, anche gli interessi moratori, calcolati al tasso legale, dal giorno della mora al soddisfo", si legge nel documento. Pagamento entro 15 giorni, altrimenti, prosegue la lettera,"saremo costretti ad adire le vie legali".

"Mi chiedono dei soldi per una piattaforma che non ho richiesto, che non mi è mai servita e che aveva un contratto con l'associazione M5S", si lamenta con Repubblica uno degli interessati.

"Se questa è la scusa per avere fondi per il partito, allora si dovrebbe trattare di erogazioni liberali, che già dal nome sono tali, quindi non obbligatorie. Altrimenti si chiama estorsione di partito", conclude l'ex grillino.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica