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Conte, Cinque Stelle e un euro. La parabola dei banchi a rotelle

Correva l'anno 2020, piena pandemia, quando la giovane insegnante di sostegno Lucia Azzolina, passata di colpo da una scuola di Biella alla cattedra di ministro dell'Istruzione, annunciò la svolta

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L'ultimissima sul «miglior presidente del Consiglio che l'Italia abbia mai avuto» così lo definisce il suo mentore Marco Travaglio è che i famigerati banchi a rotelle con cui l'allora premier pensava di risolvere il problema del Covid nelle scuole sono in vendita alla simbolica cifra di un euro l'uno. Correva l'anno 2020, piena pandemia, quando la giovane insegnante di sostegno Lucia Azzolina, passata di colpo da una scuola di Biella alla cattedra di ministro dell'Istruzione, annunciò la svolta: i ragazzi torneranno presto a scuola grazie a nuovi banchi a rotelle che permetteranno il distanziamento in classe.

Simbolicamente questo annuncio segnò l'inizio della fine dello sciagurato governo Conte due - cadde dopo pochi mesi - perché fu chiaro a tutti che il livello di incapacità e impreparazione di quella compagine era incompatibile con le necessità che il momento richiedeva. Quei banchi, ovviamente, non servirono a nulla e non si è mai capito esattamente quanti ne fossero stati comperati (probabilmente quattrocentomila) né quanto ci siano costati, si stima dai 120 ai 340 milioni di euro. Ormai è acqua passata, ma attuale è invece il motivo per cui vale la pena di raccontare questa storia, cioè ricordare che ovunque i Cinque Stelle e Giuseppe Conte hanno messo mano, dal superbonus al reddito di cittadinanza fino ai banchi a rotelle, sono nati solo guai grossi per la finanza pubblica e, di conseguenza, per tutti noi.

A tutto questo incontrollato rotolare di spreco di soldi pubblici, prima il governo Draghi e poi quello Meloni, hanno messo una pezza che ha tappato l'emorragia, ma che non può che lasciare il paziente Italia in condizioni difficili. La domanda oggi è: perché la sinistra politica e mediatica continua a dare credito a simili inetti conclamati? La risposta non può che essere: perché Conte, con quel gruzzoletto che gli è rimasto dell'epopea grillina, è indispensabile per solo immaginare di vincere qualsivoglia elezione contro il Centrodestra.

Bene, però non lamentiamoci più del voto di scambio.

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