Elezioni in Toscana, Conte si stacca dal campo largo: niente chiusura di campagna con Giani

Quattro alleati e quattro comizi conclusivi distinti per il centrosinistra: sembra quasi che i leader di partito si trovino in imbarazzo a sostenere insieme il governatore uscente

Elezioni in Toscana, Conte si stacca dal campo largo: niente chiusura di campagna con Giani
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Tutti divisi appassionatamente. Nel centrosinistra si fa sempre più fatica a digerire la doppia batosta consecutiva subita nelle Marche e in Calabria e l'alleanza Partito Democratico-Movimento 5 Stelle-Alleanza Verdi Sinistra scricchiola anche in Toscana a quatto giorni dal voto. L'ultima novità riguarda direttamente Giuseppe Conte, che venerdì completerà il suo tour di campagna elettorale a sostegno del governatore uscente Eugenio Giani senza tuttavia farsi vedere sul palco al fianco del candidato Pd. Dagli ambienti grillini tengono a far sapere che non è escluso che Conte e Giani si vedano per un saluto conclusivo, ma ormai la frittata è fatta.

Il presidente della Giunta toscana chiuderà oggi la campagna con Nicola Fratoianni, mentre domani sarà a Firenze con la segretaria Elly Schlein e il presidente deI dem Stefano Bonaccini. Venerdì, Matteo Renzi appoggerà pubblicamente Giani con un evento in centro a Firenze. In sintesi: niente schieramento unitario dei leader. L'esatto opposto di come invece farà il centrodestra, che per la prima volta sbarcherà in blocco nel capoluogo toscano per sostenere Alessandro Tomasi. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi intendono piazza San Lorenzo, cuore popolare di Firenze, con l'obiettivo di una "svolta a destra" in Toscana. Un vero Everest da scalare.

Resta il fatto che i litigi all'interno del centrosinistra hanno portato ad una spaccatura proprio nella roccaforte per eccellenza dove è atteso il primo successo dopo due tornate a vuoto, per un record di quattro alleati e quattro chiusure di campagna distinte. Conte ha deciso scientemente di snobbare Giani per cercare di apparire non troppo plasticamente subalterno a un esponente della "Ditta" di bersaniana memoria. Certo che mettere a dura prova il Campo largo, che ambisce a battere Giorgia Meloni alle elezioni politiche del 2027, non sembrerebbe esattamente un'ottima idea tattica.

Già Giuseppi, la scorsa estate, aveva dovuto sudare sette camice per far digerire alla base la candidatura del riformista Giani, da sempre inviso ai militanti pentastellati in quanto strenuo sostenitore del potenziamento dell'aeroporto e favorevole ai termovalorizzatori. E oggi sono proprio loro a volere gettare un po' di acqua sul fuoco.

Tuttavia, piaccia o non piaccia, si resta fermi a quell'unico incontro pubblico tenuto lo scorso 25 settembre tra Conte e Giani a un convegno dell'Acli, con una sfuggente stretta di mano sfuggente. Le parole dell'ex presidente del Consiglio furono: "Si è messo in discussione per un nuovo progetto". Adesso non si esclude che quello diventi già vecchio, come progetto.

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