Il primo profilo è quello dell'investitore «prudente», cioè il risparmiatore che pone al primo posto la conservazione del capitale puntando a un rendimento annuale superiore al tasso di inflazione stimato per il 2013 (2%). Per conseguire questo obiettivo, gli esperti suggeriscono un portafoglio composto per il 35% da Btp 3 anni, per il 45% da Btp 5 anni e per il restante 20% da Btp 10 anni. Tenendo conto che il Btp 2016 offre attualmente un rendimento del 2,03%, che il Btp 2018 paga un tasso del 2,85% e che il Btp decennale riconosce una remunerazione del 4,12% e ipotizzando un ulteriore ribasso dei tassi di interesse di un quarto di punto (-0,25%), un giardinetto di questo tipo dovrebbe offrire un rendimento complessivo pari al 4% lordo, 3 punti percentuali derivanti dalle cedole dei Btp e il restante punto percentuale dalla rivalutazione dei prezzi dei titoli in portafoglio.
Qualora invece il trend ribassista dei tassi dei titoli del debito pubblico italiano proseguisse con maggiore consistenza nei prossimi 12 mesi fino a raggiungere un taglio di mezzo punto percentuale (meno 0,50%), la performance complessiva del portafoglio sfiorerebbe il 5% lordo.
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