Massimo Malpica
Ecco le due versioni del reo confesso dellattentato alla scuola. Una per negare di essere stato a Brindisi, laltra per confessare fino a un certo punto
«IO A BRINDISI? DUE MESI FA»
Vantaggiato inizia a parlare alle 17 di mercoledì. Non mostra cedimenti. Allinizio sembra voler credere che il pretesto per controllarlo (lassicurazione delle auto) sia il vero motivo per cui è lì. «La Fiat Punto bianca esordisce - sequestrata per assenza di copertura assicurativa dalla polizia (...) è intestata ed in uso a mia moglie. La Hyundai Sonica, anchessa priva di copertura assicurativa, è intestata a mia figlia Serenella ed è in uso a me e, qualche volta, anche a mia moglie. Escludo che dette auto vengano utilizzate da persone diverse da me e mia moglie». Una volta che i pm hanno «certificato» la titolarità delle auto, tocca al luogo del delitto. E Vantaggiato mente. «Lultima volta che sono venuto a Brindisi è stato circa due mesi fa, in occasione della mia deposizione come testimone nel processo contro Cosimo Parato più altri per la truffa di cui sono stato vittima anni addietro». La truffa è il movente? «Il Parato è stato condannato dal tribunale di Brindisi due mesi fa. Specifico che ho subìto un insoluto di assegni a fronte di merce consegnata, gasolio, per circa 300mila euro. Escludo categoricamente di essere ritornato a Brindisi dopo questultima occasione. Voglio precisare che quando sono venuto lultima volta in occasione del processo sono venuto unitamente a mia moglie, mia figlia, con la Hyundai Sonica». Resta solo il tempo perché Vantaggiato ammetta che lutenza telefonica «individuata» dagli inquirenti nei pressi della scuola due settimane prima dellattentato «è nella mia esclusiva disponibilità da circa 3 o 4 anni». Si chiude il verbale. Lunabomber è nei guai.
«È VERO, SONO STATO IO»
Infatti alle 22.20 luomo è convocato come «persona sottoposta a indagini». Gli investigatori illustrano gli elementi di prova a carico di Vantaggiato. Vuole rispondere? «Intendo rispondere». E parte. «È vero che sono stato io a collocare e fatto esplodere lordigno nei pressi della scuola Morvillo Falcone di Brindisi la mattina del 19 maggio scorso. In particolare ho collocato lordigno nella notte tra il 18 e il 19 maggio. Ho trasportato il bidone che avevo rubato a San Pietro in Lama allinterno della Fiat Punto bianca intestata a mia moglie e separatamente, sempre allinterno della Punto, le 3 bombole, che avevo rubato qualche tempo addietro, con tutto il materiale necessario per confezionare il meccanismo dinnesco. Una volta giunto a Brindisi mi sono fermato in via Palmiro Togliatti, ho scaricato il bidone e ho caricato al suo interno le 3 bombole e lì ho effettuato i collegamenti. A quel punto ho trasportato il bidone munito di ruote verso la scuola, percorrendo il marciapiedi di via Togliatti per poi svoltare verso la scuola. La mattina dopo mi sono riportato sul posto a bordo della mia Hyundai Sonica e ho parcheggiato nei pressi della scuola. A piedi ho fatto un primo passaggio davanti al chiosco e verso le 8 meno 20 ho premuto il telecomando. Poco dopo cè stata lesplosione».
«ERO SOLO, ODIO IL MONDO»
Da collaborativo, Vantaggiato si chiude quando si parla di complici e di moventi. «Non ho una ragione specifica per la quale ho scelto sia la città che il posto. Non ho ricevuto aiuto da nessuno nel collocare lordigno, nel prepararlo e nel farlo esplodere», spiega raccontando il funzionamento dellinnesco e tracciandone uno schema su un foglio. E il movente? «Insisto. La scelta del luogo della bomba è stata del tutto casuale, lho fatto perché ce lavevo con il mondo intero e perché prima si lavorava e si guadagnava, adesso questo non succede più. Ho fatto esplodere lordigno in un punto di passaggio delle persone, ma non avevo nulla contro di loro in quanto non avevo un obiettivo ben preciso. La mia voleva essere solo una forma di protesta». I pm non gli credono.
IL MOVENTE
Due le ipotesi, legate al gasolio.
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