"La cosa che disse quando era allegra…". La sparata di Bersani sulla visita di Meloni da Trump

Pier Luigi Bersani è diventato di casa a La7, dove viene interpellato su ogni argomento per tentare l'assalto a Meloni, finora senza ottenere mai un successo

"La cosa che disse quando era allegra…". La sparata di Bersani sulla visita di Meloni da Trump
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Le mattine, i pomeriggi e le sere di La7 sono tutti prevedibilmente uguali: programmi costruiti a tavolino, con ospiti sempre uguali che girano gli studi a rotazione, con l'unico obiettivo di tentare l'attacco al governo. Una corazzata sbilenca che il più delle volte fornisce assist e implicitamente supporto all'esecutivo di Giorgia Meloni. Ieri sera, nello studio di Giovanni Floris, tra i vari ospiti c'era anche Pier Luigi Bersani, ormai ospite fisso di La7 al pari di un qualunque opinionista. Il tema principale non potevano che essere Giorgia Meloni e la visita dei prossimi giorni a Washington per discutere di dazi e Difesa, due dei grandi temi che stanno scuotendo l'occidente nelle ultime settimane. Il fatto che il presidente del Consiglio stia andando a discutere a quattr'occhi con Donald Trump pare stia creando emozioni contrastanti nella sinistra italiana, che solo poche settimane fa trattava Emmanuel Macron da statista per aver fatto quel che sta per fare Meloni.

Ma la parola d'ordine per il presidente del Consiglio italiano da parte delle opposizioni è solamente una "attaccare" e allora qualcosa bisognerà pure inventarsi per provare a raggiungere l'obiettivo. Giorgia Meloni è consapevole, senza che glielo dicano dal Pd, che la missione Usa non sarà una passeggiata e che la posta in gioco è alta, ha ammesso anche di "essere consapevole di quello che rappresento e di quello che sto difendendo". Subito dopo aver ascoltato le parole di Meloni, Bersani è partito con un attacco che avrebbe voluto essere ad alzo zero ma che si è dimostrato piuttosto scarico. "La cosa che disse quando era allegra non sta né in cielo né in terra, non aveva capito qual è il problema. Certo, il primo messaggio non volendo turbare l'amico Trump, è stato 'stiamo calmi, facciamo un pisolino e poi la cosa si aggiusta'. Adesso la percezione che la cosa diventi seria ce l'ha. Non so se, messa così la questione, avrebbe ancora tanta voglia di andare là da Trump", ha sentenziato l'ex segretario del Pd, facendosi interprete dei sentimenti del presidente del Consiglio.

"Andare a offrirgli, suggerendo una posizione anche all'Europa, l'acquisto di armi o di gas io francamente lo sconsiglierei. Ci vuole qualcuno che dica: cosa ci costa a noi il gas americano, noi lo paghiamo il doppio di quanto lo pagano in America. E in quanto alle armi ne prendiamo già abbastanza", ha proseguito Bersani, lanciandosi in un'analisi di quella che dovrebbe essere la ragione del viaggio in Usa di Meloni: "L'unica utilità della missione è cercar di capire cos'ha lui in testa. Ma anche questo mi par complicato". Lei, dice Bersani riferendosi al premier, "non può discutere di dazi e tariffe perché noi siamo un mercato unico. Andare là a pietire di tirar via i dazi a un settore, che so i formaggi o il vino come dice Lollobrigida, vuol dire che la Spagna va a chiedere l'olio, l'Olanda i tulipani...

ed entri esattamente nello schema che vuole lui". Ma Meloni ha dimostrato di essere strutturata per gestire da sola e col suo staff le situazioni spinose senza che sia Bersani a fare da consigliere non richiesto.

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